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È un successo, forse ancor più di quanto potesse immaginare. E in fondo si mette alla prova per la prima volta nel suo “Facciamo che io ero”.
Virginia Raffaele fa ridere, e davvero tanto, ed è lei la mattatrice dello show, che si conclude l’8 giugno: un programma dedicato interamente alle imitazioni più divertenti del suo repertorio.
“Spero sia sempre più seguito e che piaccia” rivela l’artista romana.
Nata in una famiglia circense (negli anni Cinquanta i suoi nonni hanno fondato il luna park dell’Eur a Roma) Virginia è abituata fin da piccola a stare al centro della scena.
“Quello non è più il mio luna park. Quando nel 2008 lo chiusero, più di cento famiglie furono mandate via e rimasero senza lavoro. Per me e per i miei cari non è stato facile trovarsi senza più nulla. Siamo stati messi in mezzo a una strada senza una buonuscita dopo tanti anni di lavoro”.
Però indubbiamente il circo ce l’ha nel sangue, e l’ha cambiata profondamente, immettendola, quasi di diritto nel mondo dell’arte come l’imitazione.
“Avevo solo nove anni e la mia prima maschera fu quella di una vecchia. Camminavo gobba per entrare meglio nel personaggio, mentre tutte le altre bambine mi passavano vicino con i loro meravigliosi abiti da principesse.
Era un’imitazione fatta molto bene, curata in tutti i minimi particolari e che mi fece vincere anche un premio”.
È cominciato tutto così: “La colpa è di mia madre che ha scelto quella maschera da vecchia mettendo in crisi la mia autostima! Da quel momento in poi, mi sono sempre sentita bruttina: non mi piace nulla di me. Forse è per questo che ho scelto un mestiere che mi consente di trasformarmi in tante persone diverse”.
Il programma va, lei ci mette tutta sé stessa. Non resta che augurarle sempre il meglio e che possa fare sempre di più.

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