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Il servizio messo in onda ieri da “Le Iene” e che ha afforntato la situazione di Tor Sapienza, mostra tutta la rabbia e l’esasperazione di un caso limite. Prima a telecamera nascosta, poi davanti a un microfono senza paura o imbarazzo, i residenti italiani della zona esprimono dissenso e minacciano guerriglia.

Il centro immigrazione però è solo uno dei problemi manifestati dagli intervistati che si lamentano anche del campo rom non molto distante. È una bomba ad orologeria: il razzismo la fa da padrone e la foga con cui viene espresso dimostra che il limite lo si sta superando.

Dopo aver dato voce ai residenti italiani, la iena Filippo Roma intervista alcuni rifugiati politici che nel centro risiedono. Uno di loro ha 16 anni, non ha mai avuto problemi con la giustizia italiana e racconta della notte di paura vissuta la settimana scorsa. “Le Iene” però riescono poi a fare quello che finora nessuno è riuscito a documentare: entrare nel centro. La psicologa del centro “Un Sorriso”, Francesca Amato, fa da guida alla troupe e racconta cos’è il centro, chi ci vive o dovrebbe vivere.

Nelle stanze dove alloggiavano i minori si scoprono i loro effetti personali, abbandonati nella speranza di tornare a vivere in quel centro. Poi l’attenzione si sposta ai piani superiori, dove alloggiano i 36 rifugiati politici e qui vengono raccolte le storie di alcuni di questi uomini venuti da lontano su mezzi di fortuna pagando anche 600 dollari.

Più i racconti misti alla cronaca di quella notte proseguono, più è chiaro che il centro o meglio il quartiere sia diventato una polveriera. A questo punto, in cerca di una soluzione che sembra difficile da trovare, intervista doppia a due donne che questa situazione la stanno vivendo da due fronti opposti: Barbara, leader della protesta e Gabriella Errico, responsabile del centro “Un sorriso”.

[credits foto: mediaset.it]

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