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Piero Angela alberto angela

Piero Angela compie 90 anni e racconta il traguardo dell’età, oltre a fare un elogio alla scienza, uno degli aspetti che ha caratterizzato la sua esistenza.

Quando gli chiedono come si fa ad arrivare a 90 anni in forma smagliante come lui risponde:
«Nessun trucco, bisogna avere dei buoni geni trasmessi dai genitori. E poi non lasciarsi andare a eccessi. Io oltretutto non fumo e non bevo».

Si parla poi di jazz e del suo piano di fare un disco:
«Ho trascorsi giovanili di studi pianistici, e una passione per il jazz, sempre da amatore. Da tempo mi sto addestrando, però sono molto autocritico e non se lo farò davvero…».

Poi Piero racconta della sua carriera; si parla infatti del suo ingresso quasi casuale nel mondo della televisione.
«Avevo un amico che lavorava al giornale radio, a Torino, e mi aveva chiesto di fare la consulenza per un documentario musicale. Così ho cominciato con queste collaborazioni. Poi hanno allargato la redazione e mi hanno chiesto di fare delle prove da radiocronista. Le prove sono andate bene e dopo qualche mese abbiamo cominciato a realizzare dei piccoli servizietti. La cosa è andata avanti…».

Alla domanda su quale sia la più grande scoperta della storia dell’umanità, Piero Angela risponde:
«Certamente la ruota. Ma molto più importante della ruota è stato il modo di far girare la ruota. A partire da quel momento, nell’800, hanno cominciato a girare le fabbriche, i trasporti, il mondo è cambiato. La produttività è balzata alle stelle. L’economia ha subito un’accelerazione che continua ancora oggi. Dall’analfabetismo di massa si è passati alla scuola di massa, anche all’università di massa. Nell’800 il 70% degli italiani erano impiegati nei campi per produrre cibo per tutti, oggi siamo al 4%, in America meno dell’1%. Le ruote, quando girano, hanno modificato il mondo. Se vuole però c’è la definizione più divertente di Luciano De Crescenzo, secondo cui l’invenzione più grande è stata l’anestesia».

Si parla poi di fantascienza:
«Il più grande autore di fantascienza dell’800, Giulio Verne, ha scritto di sottomarini, del viaggio sulla Luna, eccetera, però questo futuro era solo il prolungamento di cose già esistenti. Ma né lui né altri hanno potuto prevedere la televisione, la radio, i computer, che hanno cambiato il mondo. Anche noi, a nostra volta, non abbiamo la possibilità di immaginare gli sviluppi della scienza. L’importante è stare sempre sulla linea di confine e guardare oltre la collina».

 

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