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Foto: Buena Onda/Rai Cinema

Ieri, sabato 7 maggio, si è svolta a Roma l’anteprima italiana di presentazione alla stampa del film “Pericle il nero”, seguita dalla conferenza stampa, alla quale hanno partecipato gli attori protagonisti Riccardo Scamarcio e Marina Fois, il regista Stefano Mordini, le sceneggiatrici Francesca Marciano, Valia Santella e una delle produttrici Viola Prestieri.
Il film è l’unico italiano inserito nella sezione ufficiale “Un Certain Regard” del Festival di Cannes 2016 e uscirà nelle sale italiane il 12 maggio.

“Pericle il nero” è l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Giuseppe Ferrandino edito nel 1993. Già il regista Abel Ferrara aveva manifestato la volontà di trasformare il libro in film, ma poi la produzione è passata nelle mani di Riccardo Scamarcio, che ha poi deciso di affidare la regia a Stefano Mordini.
Pericle Scalzone (Riccardo Scamarcio), detto Il Nero, di lavoro “fa il c**o alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore, facendo così scattare la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia (Marina Fois), che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Riuscirà Pericle il Nero a sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi?

Blog di Cultura è stato presente alla conferenza stampa, durante la quale Riccardo Scamarcio e il regista Stefano Mordini si sono soffermati sulla spiegazione dei personaggi e dell’ambientazione.

Riccardo Scamarcio presenta così il suo personaggio: “Pericle è un uomo in continuo divagare, fragile come un adolescente candido, questo mi ha colpito quando ho letto il romanzo la prima volta. È un personaggio reietto dalla società che, invece, ha sensibilità e talento. È stato fatto un importante lavoro di caratterizzazione del personaggio, soprattutto estetica ed è il frutto di due anni di lavoro e collaborazione con le sceneggiatrici e il regista. La parte più difficile è stato il lavoro di produzione. Io e il regista abbiamo costruito insieme il personaggio: Stefano ha un orecchio finissimo sul lavoro dell’attore, questo mi ha aiutato molto.”

Marina Fois, riguardo al personaggio di Anastasia, racconta: “È una donna misteriosa, a me piace il mistero, ad esempio nella scena del libro che legge al bar c’è quel mistero che mi incuriosisce. Una donna che nonostante la vita familiare complicata, divorzio e due figli a carico, sceglie di dedicarsi un po’ di tempo dopo il lavoro, leggendo.”

Le sceneggiatrici hanno parlato dell’ambientazione e dei diversi stili usati nella realizzazione della sceneggiatura. La scelta di dislocare il personaggio di Pericle, togliendolo dal contesto napoletano e inserendolo in quello estero del Belgio e poi della Francia è stata fatta perché lui è un orfano e non appartiene neanche alla sua città. Oltretutto, come aggiunge Stefano Mordini, la storia è incentrata interamente sul personaggio e non sul contesto malavitoso e la dislocazione ambientale è servita a realizzare questo.
Per quanto riguarda gli stili, le sceneggiatrici hanno scelto all’inizio il noir per rendere meglio le tinte oscure della vita del personaggio e di ciò che lo circondava, poi il film diventa più colorato e si adegua alla storia sentimentale, mentre il finale diventa drammatico e teatrale. Pericle il Nero scorre attraverso il flusso dei pensieri del protagonista e le voci off sono il contrasto alla sua incapacità di esprimersi.

Stefano Mordini, regista e produttore del film, afferma: “Volevo far vedere la miseria della criminalità. Pericle è un racconto sulla solitudine di un uomo che viene ricercato dalla famiglia originaria per essere ucciso e poi sente il calore della famiglia di Anastasia. Ho giocato con le scelte visive, il noir, la città di notte, la voce fuori campo.” E continua dicendo che l’eccesso di parole del finale sono state usate per raccontare una verità, questo può considerarsi una sorta di metafora politica. “Pericle, è un essere infantile, risponde al comando, non usa la pistola. Nonostante alla fine, lui prenda la pistola dagli uomini che lo vogliono uccidere, non la userà e non farà paura. Lui usa maggiormente il contesto.”

Chiude la conferenza Riccardo Scamarcio, rivelanddo di avere festeggiato per dieci giorni alla notizia dell’inserimento del film nella selezione ufficiale del Festival di Cannes. Si è sentito ripagato del lavoro che hanno svolto tutti insieme, un risultato di un lavoro di condivisione. E aggiunge di voler ringraziare Marina Fois per aver fatto un lavoro incredibile con il suo personaggio, uno tra i più difficili del film.

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