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Manca sempre meno alla notte più importante per gli amanti del cinema, la Notte degli Oscar 2015. Tutti i cinefili fanno previsioni e scommesse ed esprimono consensi e disaccordo sulle varie nomination e sui possibili premi. Mentre ci sono delle categorie su cui, ancora oggi, ci sono molti dubbi, alcune categorie sembrano già chiuse. Tra queste, sicuramente, c’è la categoria per la migliore attrice protagonista, una delle statuette più ambite, e ad essere assoluta favorita è Julianne Moore, per la sua magnifica interpretazione nel film Still Alice, dove interpreta una donna geniale che viene colpita da una forma presenile di Alzheimer.

Oscar 2015, la volta buona per Julianne Moore?

Julianne Moore, classe 1960, è una delle attrici più note del panorama mondiale da almeno 10-15 anni. Dopo un inizio negli anni ’80 come attrice di soap opera, l’attrice si è lanciata nel mondo della settima arte, dove ha alternato negli anni collaborazioni con registi indipendenti e di qualità (da Paul Thomas Anderson, che l’ha voluta in Magnolia e Boogie Nights, a Robert Altman, da Todd Haynes allo stilista Tom Ford, che l’ha voluta elegantissima nel suo esordio cinematografico, A Single Man) a blockbuster e film di successo (da Il Mondo Perduto ad Hannibal, da Next all’ultimo capitolo della saga The Hunger Games). E’ un’attrice poliedrica: la vediamo spesso interpretare drammi, ma si cimenta con successo nella commedia (ultimamente l’abbiamo apprezzata in Don Jon e Crazy Stupid Love) e non disdegna neanche l’horror (ha interpretato la madre di Carrie nel remake del 2013 di Kimberly Pierce). La sua versatilità è confermata dalla doppia nomination ai Golden Globe, ottenuta quest’anno per Still Alice (nomination poi concretizzatasi in premio) e per Maps To The Stars.

Oscar 2015, la volta buona per Julianne Moore?

Con il ruolo di Alice, Julianne Moore ha ottenuto, oltre che quasi tutti i premi antecedenti ai Golden Globe e agli Oscar (dai SAG ai National Board Of Review Awards, dai Critics’ Choice Awards ai Gotham Awards, senza dimenticare i premi dei critici delle singole città americane), anche l’attesissima nomination agli Oscar, che la vedrà contrapposta a due esordienti di talento, Rosamunde Pike e Felicity Jones, che hanno ottenuto la prima nomination, rispettivamente, per Gone Girl e La Teoria Del Tutto, e a Reese Witherspoon e Marion Cotillard, candidate per Wild e Due Giorni, Una Notte, entrambe con in bacheca già un Oscar, ottenuto, in entrambi i casi, con l’interpretazione di una celebre cantante (la Witherspoon vinse nel 2006 grazie all’interpretazione di June Carter in Walk The Line, mentre la Cotillard vinse due anni più tardi grazie alla sua struggente Edith Piaf ne La Vie En Rose).

Oscar 2015, la volta buona per Julianne Moore?

Julianne, invece, ancora attende la statuetta, che le è già sfuggita dalle mani per ben quattro volte. La prima nomination arrivò nel 1998, come attrice non protagonista, per l’interpretazione dell’eccessiva pornodiva Amber Waves nel controverso Boogie Nights. A trionfare, però, fu Kim Basinger per L.A. Confidential, che battè anche la divertente Joan Cusack di In & Out e Gloria Stuart nei panni dell’indimenticata Rose (ovviamente in età avanzata!) di Titanic. La seconda candidatura, e la prima da protagonista, arrivò due anni dopo, per l’intenso Fine Di Una Storia di Neil Jordan. La Moore non era, però, tra le favorite, visto che, sin dalle prime ore, si era prospettata una lotta a due tra Annette Bening per American Beauty e Hilary Swank, alla fine premiata per la sua toccante interpretazione in Boys Don’t Cry.

Oscar 2015, la volta buona per Julianne Moore?

La beffa maggiore, però, Julianne la ottenne nel 2003. La Moore ottenne ben due nomination, una come protagonista per Lontano Dal Paradiso e una come non protagonista per The Hours, film di Stephen Daldry, che racconta la vita parallela di tre donne di tre epoche diverse, la scrittrice Virginia Woolf, interpretata da un’irriconoscibile Nicole Kidman, la casalinga anni ’50 Laura Brown, interpretata dalla Moore, e l’editor omosessuale Clarissa, cui dà vita Meryl Streep. A strapparle la statuetta come protagonista fu la collega Kidman per l’intensa prova data nei panni di Virginia Woolf, Oscar che l’ha ripagata dell’ancor indigesta sconfitta ottenuta l’anno precedente per Moulin Rouge!, mentre fu la brillante Catherine Zeta-Jones, nei panni dell’assassina jazz Velma Kelly in Chicago, a trionfare, lasciando a bocca asciutta non solo la Moore, ma anche la Streep, favorita per la sua interpretazione ne Il Ladro di Orchidee.

Oscar 2015, la volta buona per Julianne Moore?

Grazie a Still Alice, quindi, la Moore ha ottenuto la sua quinta nomination, che, quasi sicuramente, si trasformerà in una statuetta che ripagherà la Moore delle sconfitte subite. Che la quinta sia la volta giusta?

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