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Da sempre, Report mette il luce situazioni ignare ai più, portando sull’attenti gli ascoltatori e non solo.
Domenica 2 Novembre, Sabrina Giannini, giornalista del programma condotto da Milena Gabanelli, con telecamera in spalla ha rivelato lo scandalo che si nasconde dietro la produzione di piumini di uno dei marchi più importanti: la Moncler.
Ha mostrato tutti i passaggi di lavorazione di uno dei prodotti considerati tra i più pregiati, mettendo in luce l’iniquità della produzione.

L’inchiesta prende avvio dal piumaggio dei piumini del marchio di lusso: le piume non sarebbero esclusivamente di oche ma l’azienda utilizzerebbe anche il piumaggio di anatre e altri volatili. Moncler perde agli occhi della gente la credibilità di un marchio creduto eccellente al 100%. La Giannini si sofferma inoltre sulla crudeltà riversata sugli animali in questione, sembra, infatti, che le piume vengano strappate piuttosto che pettinate, procurando danni e lacerazioni permanenti. Questo punto ha richiamato l’attenzione degli animalisti che si sono scagliati contro Remo Ruffini e i vertici del marchio Moncler.

Il piumaggio è assemblato nell’Europa dell’Est, in Transinistria, piccolo stato indipendente della Repubblica Moldava. I lavoratori moldavi ricevono non solo il piumaggio ma anche stoffe e occorrenti per la cucitura del prodotto finito. Si tratta di manodopera a basso costo: per un giubbino venduto dai 1.000 € in sù, un lavoratore riceve un compenso che oscilla dai 30 ai 45 €. Uno sfruttamento di animali e di lavoratori non per la produzione di un capo qualsiasi, ma di un capo venduto a prezzi esorbitanti. Questo è lo scandalo messo in luce dall’inchiesta di Report che, a ragione, ha suscitato diverse conseguenze.

In tanti si sono scagliati contro le pagine facebook e twitter di Moncler, non risparmiandosi in duri commenti e invettive che lasciano presagire un calo delle vendite del prodotto incriminato.
Conseguenze dell’inchiesta è stato il calo di Moncler a Piazza Affari con i trader che citano l’inchiesta di Report sulla produzione dei piumini e dei giacconi del famoso brand di lusso: il titolo, infatti, è in calo del 3% circa.

Per fronteggiare le accuse di Report, un broker italiano respinge le denunce e sottolinea di operare con correttezza e in linea al proprio codice etico.
Sul sito ufficiale di Moncler, nel frattempo, compare una risposta: “Moncler utilizza solo piuma di alta qualità, acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali, come riportato dal nostro Codice Etico, al punto 6.4. L’associazione del nome Moncler a pratiche illegali e vietate dal nostro Codice Etico, è impropria. I nostri fornitori di piuma sono tutti basati in Italia, Francia e Nord America“.

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