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È possibile che la discriminazione sessuale abbia raggiunto anche i lidi dorati di Hollywood? Se si tratta di stipendi, a quanto pare sì.

Nella città del cinema è in atto una rivoluzione femminista: gli stipendi degli uomini (non solo per quanto riguarda gli interpreti ma anche i tecnici) sono più alti e le quote rosa non ci stanno. Dopo il forte atto di denuncia di Patricia Arquette che, al momento di ritirare la sua statuetta durante la cerimonia degli Oscar 2015, aveva criticato con veemenza l’iniquità dello star system, gridi di rivolta sono giunti anche da Emily Blunt, Meryl Streep, Gwyneth Paltrow, e infine Jennifer Lawrence.

La bionda attrice, che a dispetto della giovane età detiene già molti primati (tra cui quello di eroina di film d’azione con il più alto incasso al box office mondiale e vincitrice di un Oscar come migliore attrice protagonista a soli 22 anni), ha deciso di rompere il silenzio e unirsi alla polemica, con i toni schietti che tanto la caratterizzano: “Quando i leak della Sony sono venuti fuori, ho scoperto che venivo pagata meno di quei fortunati che hanno il c**** (…) Non mi sono arrabbiata con la Sony, ma con me stessa, perché ho fallito nelle trattative accettando troppo presto”.

La Lawrence dice di aver accettato il contratto di American Hustle senza lottare perché la sua priorità era quella di piacere, di non sembrare “difficile” o “viziata”. “Mi sembrava una bella idea, fino a quando non ho visto il libro paga e ho realizzato che i colleghi maschi con cui stavo lavorando sicuramente non si erano preoccupati di sembrare ‘difficili’ o ‘viziati’”.

Insomma la piccola Jennifer sembra avere imparato molto da questa brutta esperienza, tornasse indietro non farebbe certamente lo stesso errore e si dichiara stanca di dover preoccuparsi di cercare il tono più piacevole per esprimere le proprie opinioni e avanzare le proprie richieste: “Non ho mai lavorato per un uomo che perdesse il suo tempo per comprendere da quale angolo la sua voce possa essere meglio ascoltata. È semplicemente ascoltata. Bradley Cooper, Christian Bale e Jeremy Renner hanno lottato per i loro stipendi e hanno ottenuto il loro risultato. Penso che questo non dovrebbe avere nulla a che fare con la mia v****a, ma mi sbaglio. Visto che un produttore definiva una mia collega una ‘ragazzina viziata’ per aver fatto una richiesta simile. Non riesco a immaginare nessuno che direbbe lo stesso di un uomo”.

Parole dure, che accusano un sistema maschilista che giustamente non può passare sotto silenzio. Anche se sulle labbra di noi comuni mortali, a pensare alle cifre che guadagnano attrici e attori, è normale che nasca un lieve e rassegnato sorriso.

A proposito di American Hustle, vi ricordate della Jennifer che canta in stile casalinga disperata (sulle note di Live and let die) in questa scena del film?

Ed eccola, bellissima, nell’ultima campagna per Dior.

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