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Estate. In assenza del mare, è tempo di ricominciare a frequentare due vecchi amici: il telecomando del condizionatore e quello del proprio media-center. Magari per fare una scorpacciata di serie tv, per vederne di nuove o per recuperarne di già viste. Per apprezzarne, per la prima o per l’ennesima volta, una come Breaking Bad.

Non che abbia bisogno di ulteriori elogi la serie creata nel 2008 da Vince Gilligan, conclusasi con la quinta stagione nel 2013, ma è utile fare un breve ripasso sui punti di forza di uno dei prodotti più acclamati degli ultimi dieci anni, con protagonisti Bryan Cranston nel ruolo di Walter White e Aaron Paul in quello di Jesse Pinkman.

1) I prologhi degli episodi. Talmente ricchi di genio che valgono quasi sempre il biglietto del capitolo che anticipano. Alle volte inquietanti, altre esilaranti, hanno la capacità di instillare una curiosità così forte da far partire l’episodio con dieci punti di vantaggio. La medaglia d’oro in merito va a quello dell’ottava puntata della seconda stagione.

2) I volti. Il volto di Walter White è quello del più tipico insegnante di liceo dal profilo basso. Almeno, all’inizio. Quello della moglie, Skyler, ha i tratti da tranquilla casalinga over 40. Almeno, all’inizio. Il cognato, Hank, ha quelli del classico poliziotto di provincia, rozzo e bonaccione. Almeno, all’inizio. Raramente infatti, in riferimento a un cast di interpreti, il mutamento della fisionomia dei personaggi accompagna così bene la loro evoluzione interiore.

3) Il realismo. Perché se la vicenda del professore di chimica coi giorni contati che diventa un signore della droga senza farsi scoprire dalla moglie e dal cognato poliziotto è quasi kafkiana, il suo svolgimento, i suoi ritmi inizialmente lenti, creano un effetto climax non telefonato ma coerente e implacabile.

4) Il caso. La casualità domina l’universo creato da Vince Gilligan, opponendosi all’esatta reazione determinata dalla magia dei processi chimici. Un caso/caos che fa il paio con un altro elemento, il Karma, che si applica perfettamente alla profondità dei personaggi.

5) Perché Breaking Bad è semplicemente una delle migliori serie mai concepite: dopo una prima stagione in crescendo, quattro stagioni di livello eccelso. Un distillato di dramma, ironia e genialità.

I 5 motivi per (ri)vedere Breaking Bad
E se attendete con impazienza il suo spin-off, Better call Saul, state sintonizzati anche su Fargo, la serie tratta dal film dei Coen del ’96, che prima o poi arriverà anche in Italia, e che con la creatura di Gilligan ha molto in comune.

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