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Che abbiate la stessa età dei protagonisti, che le vicende narrate nella serie vi abbiano accompagnato per tutto il liceo o solo per un’altra parte della vostra vita, Glee non può non entrarvi nel cuore.

Musica, energia, emozioni, una storia complicata eppure veramente semplice che è andata in onda per sei anni, tra alti e bassi. La morte di Cory Monteith e i nuovi ingressi nel cast hanno sconvolto tanto gli ascolti da obbligare Ryan Murphy, creatore della serie, a chiudere entro la sesta stagione, composta da soli 13 episodi. Ma, come ogni ultima stagione, la bellezza di queste poche puntate non è stata risparmiata.

Abbiamo visto storyline finalmente concluse, sogni tanto agognati e realizzati con gioia: ogni tessera di questo immenso puzzle si è incastrata al proprio posto, creando un’immagine di speranza che è stata in grado di portare positività nelle vite di tanti spettatori sfiduciati.

Dovremmo solo ringraziare Glee per ogni insegnamento che ci ha dato, per ogni canzone, ogni storia d’amore e ogni lacrima. Per averci insegnato a tenere duro e a superare le difficoltà, per averci spronato a inseguire i nostri sogni e a non vivere di rimpianti o di sentimenti negativi. Grazie Glee, perché ‘Don’t stop believing‘ è la medicina più importante per un cuore strapazzato.

Grazie di tutto, Glee. Mi piace pensare che la mia storia sia come quella di Rachel Berry e delle Nuove Direzioni: perché con tanto impegno i sogni si realizzano davvero.

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