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spread

La borsa crolla e lo spread sale, è questa la reazione immediata all’accordo del governo sul deficit al 2,4%. Ed ecco che l’arma dello spread torna in funzione portando il rapporto Btp Bund a 261 punti base. Vendite ingenti durante l’apertura della seduta che fanno schizzare il rendimento decennale al 3,10%.

Male anche la borsa con Piazza Affari al ribasso, le perdite sono generalizzate e troviamo Intesa Sanpaolo e Unicredit che calano del 6%, Banco Bpm -7%. La debolezza è generale anche nelle borse europee: Parigi -0,36%, Francoforte -0,35%, Londra -0,03%. Euro ancora forte a 1,1630 sul Dollaro a inizio seduta.

Ma cosa significa tutto questo? 

Per il momento niente. Il mercato azionario e la finanza mondiale sono infatti meccanismi molto simili al gioco d’azzardo. La finanza esiste per generare guadagni, e perché alcuni gruppi guadagnino, qualcuno deve pur perdere.

Ed ecco che quello che ci troviamo davanti è un semplicemente meccanismo che fonde timori e speculazione. Gli annunci del governo e i timori di fronte a una nuova manovra, tendono a innevorsire i mercati causando così una momentanea fuga di capitale. Nello stesso tempo, gli speculatori sfruttano queste situazioni per accrescere i loro enormi patrimoni, dando vita a piccole crisi, che negli ultimi tempi hanno caratterizzato il mercato globale.

Questo momentaneo crollo in borsa, così come l’aumento dello spread significano però davvero poco, soprattutto se la manovra finanziaria dovesse rivelarsi vincente. Non è quindi ancora tempo di fasciarsi la testa, lo spread non è infatti un valore assoluto che determina l’economia di un paese. L’Italia ha un serio problema di debito che deve risolvere, questo non significa però che l’elasticità scelta sul rigore del deficit finisca per danneggiare l’economia del paese per un tempo prolungato. Siamo quindi di fronte a un crollo momentaneo, almeno che la macchina della speculazione e i grandi gruppi finanziari non decidano di darsi da fare per trasformare la situazione e “attaccare” attraverso i mercati il nostro paese.

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