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Valeria Golino si racconta al Festival del Cinema di venezia dove arriva come celebrity ma non in gara.

Eccola che racconta il periodo vissuto negli USA:

«Tom Cruise era gentile, affettuoso, mi portava regali, senza malizia: ora un orologio, ora un quadro. Dustin Hoffman mi dava le vitamine, mi consigliava sui dottori. Insomma, il Carlo Verdone americano. Ricordo tanti provini, arrivavo spesso a film che hanno fatto epoca, da Ghost a Pretty Woman. I ruoli li davano ad attrici americane. Barry Levinson sul set mi disse: devi imparare a essere disciplinata. Smisi di farmi le canne».

Poi l’aneddoto sulla Wertmuller:

«Ma sai, avevo 16 anni, figurati cosa potevo essere. Era il mio primo film. Cagna, mi urlava. Le voglio un bene dell’anima. Meno male che l’ho incontrata, sennò avrei fatto la cardiologa».

Ed eccola commentare la presenza di Chiara Ferragni, outsider totale al mondo della cultura:

«È un mondo a me sconosciuto, quello della influencer. Tanto di cappello a chi fa soldi sulla vacuità, ma non avendo né Instagram né Facebook, non so nemmeno come funziona ‘sto lavoro, non so cosa sia. È stato sdoganato un comportamento che fino a pochi anni fa ritenevano tutti volgare. E ora ci sembra del tutto normale».

Poi si parla dei nuovi progetti, addirittura un ruolo dove reciterà in greco antico:

«Ancora non sappiamo se resterà così o in napoletano. Via dell’Abbondanza è il titolo ispirato a una strada di Pompei. Un film fantasmagorico, com’è Gaudino nella vita. Si attraversano, dal ‘700, cinque epoche, Io sono una ex nobildonna con poteri magici che diventa prostituta».

La Golino mostra uno stile e un carattere davvero invidiabili, ribadendo un divario netto tra il mondo social, definito da lei stesso volgare e vacuo, e quello del Cinema e dello spettacolo reale.

Un peccato che non ci sia maggiore attenzione verso personaggi di questo spessore.

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