CONDIVIDI

A 36 anni convive con due aneurismi alla testa, di cui uno raro di forma cilindrica, e sopravvive nonostante l’indifferenza dello Stato e delle persone a lei vicine: Valentina Negretti, madre di due figli, racconta la sua drammatica esperienza in un’intervista in esclusiva per la nostra testata.

La sua storia comincia dall’ospedale Cannizzaro di Catania, dove la giovane è stata ricoverata d’urgenza per una emorragia cerebrale, da cui è riuscita a salvarsi solo grazie alla sua infinita voglia di vivere: dopo ben quattro giorni è stata operata, un tempo estremamente lungo per una persona nelle sue condizioni. L’intervento è durato oltre 17 ore, tanto che Valentina è entrata in coma irreversibile per alcuni giorni, dove i medici non sapevano più cosa fare per risvegliarla. Una condizione disumana con un rischio altissimo di non farcela, figlia di una malasanità spesso trascurata dallo Stato italiano. Il suo quadro clinico dopo l’operazione è chiaro: non potrà più lavorare perché non può fare sforzi di alcun genere, né fisico né psichico.
Da qui inizia il suo calvario con le istituzioni per poter chiedere almeno un sussidio mensile per curarsi, tra la totale indifferenza di chi avrebbe potuto fare qualcosa ma non l’ha fatto. Per l’INPS i miei aneurismi non esistono, spiega Valentina a blogdicultura, nonostante i miei referti e la mia cartella clinica riportano chiaramente la mia situazione.

Ecco l’intervista esclusiva:
http://www.youtube.com/watch?v=mnO-Ibe5DeA

La sua richiesta d’aiuto è così forte che la sua lettera aperta a chiunque possa ascoltarla fa il giro di Facebook: Fiorella Mannoia prende a cuore la sua situazione, pubblicando sia la lettera che i suoi dati sensibili, così da aiutare coloro i quali vorranno dare la possibilità a Valentina di curarsi in una struttura italiana attrezzata per queste operazioni così delicate. A Valentina non interessano i soldi per migliorare il suo stato sociale ma per migliorare solo ed esclusivamente il suo stato di salute: la sua salvezza non è all’estero, ma in un centro specializzato qui in Italia stesso. La cosa che più teme in assoluto è quella di non vedere crescere i propri figli, dato che questa “bomba ad orologeria”, così come è stata chiamata dai medici che l’hanno visitata, potrebbe scoppiare da un momento all’altro. L’appello va a chiunque possa esserle d’aiuto: date a Valentina un modo per potersi operare in una struttura specializzata, restituendole una vita ancora degna di essere vissuta. Con un piccolo appoggio da parte di tutti, ciò è possibile.

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

undici + nove =