È il 1983 quando Aurelio De Laurentiis prende un piccolo cult estivo, Sapore di mare, e lo trasforma in Vacanze di Natale, capostipite di una saga tra le più longeve della storia del cinema italiano, chiacchierata ed epocale al tempo stesso. Il regista di quel primo Vacanze è Carlo Vanzina, il co-protagonista è Christian De Sica. Poi tra gli anni ’90 e i 2000 il format si evolve, si forma la coppia d’oro Boldi-De Sica e Vanzina si avvicenda coi vari Neri Parenti ed Enrico Oldoini. A metà degli anni ’10 del 2000, nonostante qualche stravolgimento inaspettato, alcuni cambi di bandiera e un’oggettiva crisi di risultati (leggi: incassi) siamo ancora qui, come ogni Natale, a parlare di Cinepanettone.
In particolare, come sta il Cinepanettone nel 2015? Diversificazione, com’è ormai chiaro, è la parola d’ordine degli ultimi anni: dopo lo scisma Boldi-De Sica (datato 2006), l’anno scorso si è compiuto quello tra l’attore romano e la Filmauro di De Laurentiis. Vacanze ai Caraibi, diretto dal compagno di mille battaglie Neri Parenti, è allora il primo cinepanettone con De Sica protagonista prodotto da Medusa, diretto concorrente (uscito lo stesso giorno, il 16 dicembre) di Natale col boss, la risposta di Filmauro, che butta il carico schierando alla regia Volfango De Biasi e un cast che vanta la doppia coppia Lillo & Greg e Ruffini & Mandelli, oltreché la straordinaria (anche perché tale è la sua interpretazione) di Peppino Di Capri.
Il primo round in termini di incassi, nel weekend dell’uscita, se lo aggiudica il film con De Sica, Ghini e Argentero, con 1.347 milione di euro (secondo posto dopo il fenomeno Star Wars VII), in confronto al milione e 228 mila euro guadagnato dal concorrente Filmauro. Questione di spiccioli, in sostanza. C’è anche da dire che la bilancia della critica pende decisamente a favore di Natale col boss, lodato soprattutto per l’approccio surreale e povero di trivialità, a cui il Cinepanettone classico aveva abituato aficionados e non.
E gli addetti ai lavori cosa pensano di questa dicotomia? Non lo ammetteranno mai esplicitamente ma è palese e inevitabile che si tratti di una sfida, che vede, come già accennato, suggestivi confronti, tutti giocati sul triangolo De Sica-Parenti-De Laurentiis.
Il regista toscano si esprime così sul nuovo corso del format: “Natale ai Caraibi è un tentativo di produrre un genere a cui De Laurentiis non ha creduto più, ma i giochi al box office si faranno solo nei giorni topici che vanno da Natale al 27 dicembre, quando si farà meno forte il richiamo di Star Wars VII. Pur vero però che i cinepanettoni negli ultimi anni sono in crisi, ormai incassano circa la metà: dal canto nostro abbiamo puntato sulla farsa, perché è più facile far ridere, mentre con la commedia si deve curare maggiormente la trama.”
Crisi o meno, dicotomia o unico corso, i risultati parlano comunque chiaro: durante le feste, nonostante trent’anni di critiche, gli italiani non riescono a fare a meno di Vacanze (o Natale) a.