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Anche i meno esperti del settore, col passar del tempo, hanno imparato a riconoscere all’istante quel simbolo, rappresentato dalla tenera e irresistibile creatura su sfondo blu. Perchè la presenza di Totoro, accanto alla dicitura Studio Ghibli, è divenuta inequivocabile segnale di qualità. La notizia riferita però dal produttore Toshio Suzuki, intervistato dal network MBS, rischia di rallentare l’orologio della storia delle opere d’animazione: lo Studio Ghibli non produrrà più nuovi film.

Il che significa che, pur non chiudendo completamente i battenti, la casa di produzione giapponese fondata nel 1985 da Hayao Miyazaki e Isao Takahata si limiterà ad attività perlopiù amministrative, come la gestione dei diritti d’autore riguardanti opere prodotte dalla Ghibli nei 29 anni di vita.

Niente più faccione di Totoro, dunque? Su Twitter, la notizia sembra aver provocato scompiglio tra i fan della Ghibli, facendo correre sul social un vero e proprio requiem riferito allo studio d’animazione asiatico.

Si attendono in ogni caso maggiori dettagli sempre per bocca diretta dello Studio Ghibli, dato che già ad inizio anni ’90, poco prima dell’uscita di Porco Rosso, si fu in presenza dello stesso spauracchio, fugato poi dal semplice passaggio da dipendenti a free-lance dei collaboratori dell’azienda.

Chi si è divertito con Totoro o commosso con La città incantata e La principessa Mononoke continui a crederci: difficile che una favola del genere possa finire così.

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