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sangue sindone

Proseguono le ricerche scientifiche sulla sacra sindone, a quanto pare, dall’ultimo test effettuato, senza che il sangue visibile sul sacro telo sia effettivamente reale e appartenente a una persona torturata.

La notizia arriva direttamente dal team di analisti che sta svolgendo la ricerca, un gruppo coordinato da Paolo Di Lazzaro dell’Enea, vicedirettore del Centro Internazionale di Sindologia, le informazioni sono state pubblicate su Applied Optics.

Da quello che riporta la ricerca, della durata di quattro anni, il sangue che si trova sulla sindone è rosso e non marrone come dovrebbe essere invece del sangue antico. La ragione dell’evento sarebbe legata alla luce ultravioletta alla quale il telo è stato esposto che ne avrebbe modificato il colore.

Sfruttando una tecnica ottica gli studiosi sono riusciti a individuare metaemoglobina prodotta dalla degradazione di emoglobina ossidata e invecchiate. Sangue antico con un alto tasso di bilirubina come accade nelle persone che vengono percosse duramente. Si andrebbe così a confermare almeno il fatto che la persona avvolta nella sindone fosse stata torturata in tempi antichi.

Lo studio ha individuato inoltre tracce false, forse prodotte nei secoli per dare maggiore valore alla reliquia.

Gli elementi emersi nell’ultimo studio però, avvalorano la tesi relativa alla natura della persona che ha lasciato il suo segno all’interno del telo. Il sangue è vero e antico, oltre che versato da un soggetto torturato con violenza.

il nostro obiettivo era, inoltre, capire perché il sangue presente sul telo è rosso e non marrone, come dovrebbe essere un sangue antico e ossidato”. “Abbiamo usato il sangue di una persona malata di ittero, perché contiene grandi dosi di bilirubina”. Dopo aver impregnato un telo di lino con questo sangue, i ricercatori hanno quindi irraggiato il telo con luce ultravioletta, compatibile con la luce del Sole, e hanno visto che “l’interazione tra raggi ultravioletti e bilirubina altera il colore delle macchie”, spiega Di Lazzaro.

Gli studi sulla sindone sono da sempre molto delicati, anche a causa dei forti divieti che vengono imposti e della mancata consegna del reperto per una analisi più accurata.

Grazie a nuove tecniche però, i ricercatori stanno riuscendo a studiare il sacro telo anche senza necessariamente portarlo in laboratorio.

 

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