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Lei è Martina Leone, catanese classe 1997. 18 anni ancora da compiere ma le idee già chiare e un sogno nel cassetto: scrivere. Dopo l’interessante esordio, ‘Con gli occhi del paradiso’, la giovanissima autrice siciliana è tornata nelle librerie col suo secondo romanzo, intitolato ‘All’improvviso il sole‘ (Inkwell Edizioni), presentato ieri presso il punto Mondadori/Pagine di San Giovanni La Punta (CT).

Blog di Cultura ha scambiato quattro chiacchiere con Martina, che ha raccontato del suo libro e dei modelli che l’hanno spinta a intraprendere questa strada.

– Ci presenti sinteticamente ‘All’improvviso il sole’?

Martina: ‘All’improvviso il sole‘ è la storia che dimostra quanto la vita può essere sorprendente a volte, quanto la nostra emotività e le nostre scelte vengano inevitabilmente scosse dal famoso concetto chiamato “destino” e di come alla fine la vita va come deve andare. Inutile sforzarsi e chiedersi il perché di tutte le cose, utopico credere di poter dare risposta a tutto, e questo Rose, la dinamica e determinata protagonista del romanzo, lo sa bene. Tra i profumi e le intense fragranze dei suoi viaggi riconosce quanto la vita stessa possa racchiudere un miracolo. Quello stesso miracolo che dimostra quanto sia fondamentale “rischiare”, “amare” e non dare tutto per scontato.

– La tua precedente opera, ‘Con gli occhi del paradiso’, conteneva tracce autobiografiche: ne troveremo pure in questo nuovo romanzo?

Martina: Beh, inevitabilmente quando scrivo c’è sempre qualcosa di mio tra le righe dei miei romanzi e devo dire che si, anche qui, nonostante l’opera non sia una traccia autobiografica, e che invece con la protagonista di ‘Con gli occhi del paradiso‘ avevo davvero tantissimo in comune, in alcuni punti, anche se forse non espressamente, noterete quanto io e Rose, possiamo sotto certi aspetti essere simili. Mi sento completamente immersa nei romanzi che scrivo, quindi si, credo proprio che qualcosa ci sia.

– Sei ancora molto giovane: da quali autori hai tratto ispirazione? O quali preferisci leggere?

Martina: Ho sempre letto tantissimo. Fin da piccola grazie alla mia mamma che alimentava la mia passione facendomi gustare un libro dopo l’altro, a partire dalle storie Disney fino ad arrivare a Fair Oak di Elisabetta Gnone, a Geronimo Stilton e tutti i grandi classici che è meraviglioso far leggere ad una bambina. Adesso credo che Truman Capote, Charles Dickens, Francis Scott Fitzgerald e Nicholas Sparks siano i maggiori autori a cui m’ispiro, sia per la loro poetica che per il taglio perfetto che riescono a dare ai loro romanzi, creando un connubio perfetto tra quelle che sono storie quotidiane e fantastici colpi di scena fuori dal normale.

– In definitiva, cosa significa per te scrivere?

Martina: Scrivere, con la S maiuscola, è diventato la personificazione di quella parte della mia vita fino a pochi anni fa ancora sconosciuta. Costituisce parte della mia essenza stessa ed accorgersi che ciò che scrivi sorprende ed intriga gli altri, suscitandone la curiosità e stimolandone i sensi, volendosi non staccare mai dalle ultime pagine, piangere cogliendo le note più intime di una frase e riuscire a farle proprie come fossero fotogrammi di un film in bianco e nero, beh, credo sia per me raggiungere un risultato ed un obiettivo importantissimo.

[Ph. Credits: Santo Scardace]

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