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Grazie, fo*****mente tanto, a tutti, per essere venuti. Credevamo che questo non sarebbe mai successo.Seth Rogen ringrazia a modo suo il pubblico accorso il giorno di Natale in un cinema indipendente di Los Angeles, per vedere la proiezione di The Interview, il film da lui diretto – insieme a Evan Goldberg – la cui uscita era stata cancellata nelle scorse settimane a causa del famigerato Sony Hack (ma anche delle infinite polemiche con Pyongyang prima, e Mosca dopo).

The Interview è uscito poche ore dopo on demand, scaricato da quasi un milione di persone in tutto il mondo: nonostante il tiepido giudizio del pubblico, potevamo perdere l’occasione di vederlo e dirvi la nostra? Ecco dunque le cinque sequenze più divertenti di un film che merita in ogni caso di essere visto, specie se si apprezza lo stile caustico e poco politically correct della coppia Rogen/Goldberg. E occhio agli spoiler.

L’outing di Eminem

Come nel precedente Facciamola Finita, Rogen e Goldberg si servono di una sfilza di cameo per caratterizzare il proprio film: da Joseph Gordon-Levitt a Rob Lowe. Il più sorprendente, forse, è quello di Eminem, che durante un’intervista faccia a faccia con il giornalista Dave Skylark/James Franco, rivela la propria omosessualità. Un’affermazione che, nella finzione, fa più rumore di un’invasione aliena, evidenziando l’approccio morboso di una parte dei media – per non dire la totalità – a proposito di certe tematiche: chi pensa che The Interview sia solo una presa in giro del regime orientale, si sbaglia.

Incontri ravvicinati notturni

Rogen, nel film, assume i panni di Aaron, autore principale del talk-show che compirà l’impresa di intervistare Kim Jong-un, e si reca dunque, insieme al conduttore Dave Skylark, a Pyongyang. Quando la CIA però, non potendosi far sfuggire l’occasione, li assolda per uccidere il dittatore, Aaron deve affrontare la notte coreana per recuperare un drone contenente l’arma letale che farà fuori Kim. Ad attenderlo, ci sarà una tigre siberiana.

Kim e Dave best friends forever

Nel frattempo, Dave incontra il Leader Supremo e tra i due è amore a prima vista, anche perchè Kim stravede per lui e il suo programma. L’improbabile coppia passa una giornata all’insegna del divertimento più sfrenato: a Dave balena in testa l’idea che quel feroce dittatore non sia poi così male, ma che forse sia solo dipinto così, e Jong-un arriva addirittura a confidarsi con l’interlocutore americano, raccontandogli delle vessazioni ricevute dal padre.

L’intervista

Fallito il piano A (uccidere Kim Jong-un), a Dave e Aaron non resta che cercare di rovesciare il regime nemico mostrando il leader supremo per quello che è realmente: un individuo, venerato dal proprio popolo come una divinità, ma debole e inetto, incapace di far del bene ai connazionali. Mentre sembra che sia Kim a prevalere nel confronto dialettico (anche perchè Dave non è esattamente una cima), il conduttore inizia a cantare Firework, di Katy Perry. Per il dittatore nordcoreano, sarà l’inizio della fine: vedremo i motivi.

Firework

Firework è in effetti il leitmotiv di The Interview: la morte di Kim Jong-un nel film, preceduta da una sequenza decisamente splatter, è in effetti un gioco di fuochi.

Comprensibile, anzi inevitabile, che Pyongyang abbia odiato il lungometraggio, non solo per questa scena. Il commento più lucido, però, arriva proprio dal pubblico:Non è un film impegnato“. Conoscendo lo stile di Rogen e Goldberg, avremmo voluto ben vedere il contrario.

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