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google propaganda

Dopo le innumerevoli polemiche legate alle influenze dei big della rete sulle elezioni USA, in vista delle elezioni midterm, Google ha deciso di sdoganarsi dai problemi e dalle accuse, facendo sapere ai cittadini chi paga per gli spot elettorali e a quanto ammontano gli investimenti.

Le informazioni in questione sono state messe in una sezione del rapporto sulla trasparenza della grande G che si adegua così a ciò che già era stato fatto da Facebook e Twitter. L’idea è quella di una rete più chiara dove si possa capire al meglio quale partito cerca di promuoversi in modo maggiore e se ci siano interferenze di qualche tipo nelle campagne elettorali.

Tutto nasce dal Russiagate, dove le aziende della rete sono accusate di aver supportate le pubblicità pagate da una gruppo russo con il fine di influenzare in modo deciso le elezioni USA 2016.

La notizia ha creato non pochi grattacapi ai colossi del web, portando così anche la potentissima Google a  “fornire informazioni che aiutino tutti a capire meglio come funziona la propaganda politica online”.

Un progetto di trasparenza dove sarà possibile a chiunque sapere chi ha pagato e quanto, così da evitare attacchi da parte delle parti sconfitte pronte ad accusare i vincitori di attività illegali e di influenze straniere.

I dati rilasciati coprono un arco temporale che parte dal 31 maggio e arriva fino ad oggi.

Troviamo così Trump Make America Great Again Commitee primo tra tutti con una spesa comunque contenuta di 629.500 dollari in tre mesi. A seguire ci sono le no profit One Nation (440.300 dollari) e Planned Parenthood Federation Of America (341.600 dollari).

Investimenti inferiori alle aspettative quindi e, per il momento, nessun traccia di organizzazioni straniere, di troll russi e così via.

La trasparenza su Google potrebbe però diventare un interessante standard per garantire una rete meno soggetta a manipolazioni e giochi di potere.

 

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