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che cos'è il populismo

Ultimamente nel mondo politico non si parla d’altro che di populismo. Il termine utilizzato sia in patria che all’estero, sta a definire una tipologia di partito, in modo apparentemente dispregiativo. Sulla bocca di tutti come atto accusatorio, molti utenti si domandano cosa significa populismo?

L’enciclopedia Treccani lo definisce così:

“Atteggiamento ideologico che, sulla base di principi e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi”.

Questo è il significato corretto del termine populismo, poi banalizzato e in certi casi utilizzato senza la vera conoscenza del suo significato per delineare una certa tendenza politica che sta dilagando in Europa e nel mondo.

L’idea di fondo del populismo è che il popolo abbia sempre ragione, e che questo vada assecondato attraverso una rappresentanza, appunto populista, che dia voce alla popolazione in modo diretto e senza filtri politici. Ciò che viene criticato del populismo è il dire alle persone “ciò che vogliono sentirsi dire”, andando così a rimuovere la funzione di guida del mondo politico, trasformandolo di fatto in una sorta di sudditanza e obbedienza al popolo.

Il populismo non è di per sé negativo, è semplicemente una diversa espressione politica da quelle canoniche e affermate. L’utilizzo dispregiativo che ne viene fatto nella società attuale è legato più che altro alle accuse di propaganda insincera, alle promesse impossibili, e a tutta una forma mediatica che attornia i così detti “partiti populisti”, accusati quindi di promettere sogni e di fare affermazioni forti che vadano a colpire la pancia dell’elettore, diventando in questo modo non espressione del potere del popolo, quanto millantatori di promesse destinate solamente al risultato elettorale.

E’ tutto da vedere se effettivamente i partiti denominati populisti dalla stampa mondiale, effettivamente lo siano. Il dato che si registra infatti relativamente a questo termine, è il suo essere diventato un’arma politica a doppio taglio, con la quale si marchiano alcune entità politiche che in certi casi poco hanno a che vedere con il significato reale del termine, che viene utilizzato in conclusione in maniera etimologicamente errata.

 

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