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Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry è considerato universalmente una delle opere più belle mai scritte. Una di quelle che si deve leggere, almeno una volta nella vita. Perché come ogni storia importante, anche il Piccolo Principe non invecchia mai. Resta sempre attuale, sempre moderno e al passo coi tempi.

E anche se il “vedere col cuore”, il riuscire a notare le “stranezze degli adulti”, sono diventate pratiche fuori moda, dopo gli avvenimenti recenti la speranza è che si ritorni a reputarli pensieri fondamentali.
Per questo Le Figaro ha deciso di scrivere e pubblicare una lettera dedicata proprio al principino di “un lontano asteroide”, sfogando ogni sentimento, ogni goccia di quella rabbia indomabile che infuoca il cuore e la ragione di chi si schiera dalla parte di Charlie Hebdo.

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Caro Piccolo Principe
non so se dal tuo piccolo pianeta rotondo hai appreso quello che mi è successo. Degli uomini presi dalla follia si sono avventati su di me a altre matite per spezzarci in due. Alcune di noi sono state rotte, altre ferite, ma tutti coloro che amano le matite sono venuti in nostro soccorso. Che male abbiamo fatto? I grandi a volte sono così bizzarri…
Ci crederesti? Questi uomini crudeli non amano le parole che formiamo né i disegni a cui diamo vita e colore. A loro non piace la vita, non gradiscono i colori della vita, sono insensibili all’umorismo come alla bellezza. Non vedono con il loro cuore. Ci crederesti? Tu, Principe della risata? Loro non amano né ridere, né sorridere; piangono, urlano, uccidono. “I bambini devono essere molto indulgenti con i grandi”, ha detto il grande scrittore che ti ha fatto conoscere al mio pianeta con parole indimenticabili e disegni delicati. Ma a volte non è possibile essere indulgenti.
Egli ha anche detto: “Sul pianeta del piccolo principe, vi era, come su tutti i pianeti, dell’erba buona e dell’erba cattiva. Pertanto dei semi di buone piante e semi di erbaccia cattiva”. Sull’asteroide B 612, il tuo pianeta, ci sono semi terribili: semi di baobab. Sul mio, alcuni semi vogliono soffocarci, vale a dire impedirci di scrivere, disegnare, far ridere la gente, più semplicemente di vivere.
“Dobbiamo partecipare alla pulizia del pianeta”, hai confidato a questo scrittore. “Questo deve essere fatto per amore della vita, per amore del pianeta, per amore di chi vuole viverci in pace. Cioè, hai detto anche a questo scrittore, “è una questione di disciplina.”
Caro piccolo principe, principe della poesia, stai sicuro che con le mie amiche matite continueremo per te a disegnare molte altre immagini di dolcezza e di pace, delle quali il mio pianeta ha oggi tanto bisogno. Continueremo per te a disegnare fiori, tramonti, uccelli del cielo e pesci negli oceani, ma anche persone che ridono e altre che non ridono, i gentili e gli empi, i semplici e i presuntuosi, i docili e i fanatici, gli uomini e gli dei. E lo faremo per le persone che sanno ridere dei loro atteggiamenti ridicoli come sanno ridere di quelli degli altri senza malizia.
Continueremo a disegnare il bel viso della libertà e della vita
“.

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