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Blob ha compiuto 25 anni e prendendo in prestito le parole del suo creatore, Enrico Ghezzi, ha raggiunto la stessa età di due elementi che hanno fatto la storia dell’intrattenimento come il cubo di Rubik e il Gameboy. Il paragone più calzante l’ha proprio trovato il critico cinematografico perché da un quarto di secolo Blob é un tentativo di scomporre e ricomporre (come il cubo) la TV e la rappresentazione che essa fa della realtà, in una maniera ironica e nel contempo ludica (game boy)

Per festeggiare la ricorrenza Ghezzi sperimenta ancora una volta e manda in scena “mi è sembrato di vedere un Blob, ma non ne sono certa” uno spettacolo in diretta dove attorno ad una tavola dove risalta una mortadella (la TV-maiale di cui non si butta via niente?) siedono una serie di cosiddetti “senatori di Blob“. A questa tavola sono presenti infati più tartassati (ma anche i più pubblicizzati) di questi 25 anni, da Emilio Fede a Giuliano Ferrara passando per Gad Lerner, ma la serata si arrichisce anche di ospiti telefonici, tra tutti si segnala Adriano Celentano con la battuta: “sembriamo in un rifugio antiaereo, stanno per bombardarci da un momento all’altro”

L’idea di aver creato un Blob in diretta si esprime al meglio in quei momenti del programma che sono aderenti ad un copione, ad esempio Insinna che recita, intercambiandoli, passi dei discorsi di Renzi e Berlusconi o la riproposizione dal vivo dopo anni di Sandra Milo col famigerato Ciro (di seguito il filmato in un frammento di Blob)

In altri passaggi é prevalsa invece l’improvvisazione e l’estamporaneità (probabilmente un piano di Ghezzi stesso per ironizzare ancora sui personaggi intervenuti) ed é mancata un po’ di brillantezza, ma l’effetto di Emilio Fede che per l’ennesima volta ripete “hanno bombardato?” come nel celebre spezzone di Studio Aperto per la guerra del Golfo é sempre esilarante. Verso la conclusione non poteva mancare la presenza di Pippo Baudo, esponente della TV nazional-popolare, ma elegante spesso avversata dall’intellighenzia ma col senno del poi probabilmente rimpianta, che recita il monologo finale di Blade Runner. Gli ultimi minuti di un assoluto nonsense non potevano che essere espressi dal “Capra” di Vittorio Sgarbi come in una “vera” puntata di Blob.

Blob ha compiuto i suoi 25 anni, ha mostrato come si siano usurati i personaggi del costume, della televisione e della politica che sono stati oggetto di derisione, mac’è ancora necessità di Blob? La risposta é ancora la stessa che diede Angelo Guglielmi direttore di Rai 3 dell’epoca : “il blob del film doveva rappresentare il sistema gelatinoso in cui si stava trasformando la televisione italiana, in grado di inghiottire tutto”. Oggi la marmellata della TV generalista mette assieme talent, Papa Francesco, Suor Cristina e talk politici dove lo Sgarbi di turno sembra pacato; Blob ha ancora lunga vita di fronte a sè.

Qui giù la storica sigla

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