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Claudio Baglioni cachet
Italian singer and Sanremo Festival artistic director Claudio Baglioni attends a press conference one day after the 68th Sanremo Italian Song Festival in Sanremo, Italy, 11 February 2018. The closing ceremony of the 68th edition of the television song contest took place on 10 February. ANSA/ETTORE FERRARI

Negli ultimi giorni Claudio Baglioni e il suo Sanremo sono stati nell’occhio del ciclone dopo le dichiarazioni fatte in conferenza Stampa sulla nave di migranti bloccata in mare.

Ecco che si è parlato molto del cantautore, addirittura arrivando a dire che col nuovo corso della Rai sparirà dal festival musicale, decretando questo come ultimo Sanremo diretto da Baglioni.

Tra gli argomenti caldi, oltre ai commenti politici dell’artista ci sono stati i suoi compensi, considerati troppo elevati, in particolar modo in un periodo dove si cerca di andare verso una parità sociale e interrompere il divario spaventoso tra personaggi noti e normali cittadini.

Per le misere serate di Sanremo 2019, Claudio Baglioni, percepirà 585.000 Euro, così come nello scorso anno. La Rai ribadisce che i costi complessivi della 69° edizione sono in linea con quelli precedenti.

Cifre spaventose, ingiustificate e che sembrano un insulto a al cittadino medio, in particolar modo quando queste vengono pagare da una azienda di stato e non da un’emittente privata, libera di scegliere i suoi compensi e il valore dei propri personaggi.

Baglioni ha guadagnato, solo grazie alla Rai e a una mangiata di ore di lavoro, più di un milione di Euro in due anni, una vera vergogna per molti, destinata a quanto pare a concludersi molto presto, assieme ad altri stipendi da paperoni donati dalla Tv di stato.

Al momento infatti l’azienda sta ultimando un piano di razionalizzazione e di contenimento dei cachet per conduttori e talent.

All’interno di una nota Rai spiega come l’impegno di Baglioni per l’edizione 2019 sia iniziato a giugno 2018.

L’ingaggio è legato poi alla vecchia direzione, dal momento che Rai sta cambiando dopo il rimpasto.

Non ci resta che sperare di vedere prima o poi degli stipendi più equi, tornare quindi a parlare di decine di migliaia di Euro, e non di centinaia, una vera vergogna se pensiamo a come quei soldi potrebbero essere impiegati per il benessere dei cittadini e delle categorie più deboli e disagiate.

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