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Lo si era già intuito questa estate che Mozart In The Jungle non fosse una serie tv come tante; esordio in sordina su Sky Atlantic in un palinsesto come quello di Luglio spesso magro e deludente, aveva conquistato in poco tempo una buona fetta di spettatori grazie ad un’amalgama fatta di grandi attori e soprattutto di una sceneggiatura mai banale.

Adesso che la consacrazione definitiva è arrivata con i successi nella notte dei Golden Globes, sale ancora di più l’attesa per una seconda stagione che già si preannuncia splendida. Nel celebre “antipasto” degli Oscar, porta infatti a casa due ambiti premi, quello per Miglior attore in una serie tv di genere comedy al sempre straordinario Gael Garcia Bernal, capace di battere la concorrenza di attori del calibro di Patrick Stewart e Jeffrey Tambor, e soprattutto quello per Miglior serie TV – Comedy/Musical sbaragliando la concorrenza del favoritissimo Orange is the new black, ponendosi di fatto come serie dominatrice assoluta della categoria.

Ma quali sono i segreti dietro al successo di “Mozart in The Jungle”? Elencarne uno sarebbe riduttivo, ma di sicuro la presenza di un lunatico ed eclettico Bernal, attore già apprezzato in tanti film di successo (tra questi il bellissimo “No- I giorni dell’arcobaleno”), e di un sempreverde Malcom McDowell, fa la differenza. A questo si aggiunge una colonna sonora come poche (d’altronde il titolo della serie non è un caso), fatta di musica classica perfettamente inanellata in un ritmo incalzante e mai noioso.

A completare una sceneggiatura originale, che riesce ad appassionare nonostante gli ingredienti su cui si basi di nuovo abbiano davvero ben poco. Serie unica e da consigliare.

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