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-Capo cocchiero! Coraggio, dà voce alla ciurma: che si diano da fare, forza, forza! O qui coliamo a picco! Avanti! Presto!
Si apre così il primo atto de “La Tempesta“, commedia che in cinque atti narra la storia del mago Prospero, legittimo duca di Milano, deposto dal fratello e costretto all’esilio insieme a sua figlia Miranda. Un temporale invocato con arti magiche causa il naufragio della nave su cui viaggia il malvagio Antonio e da il titolo all’opera, una delle ultime di William Shakespeare e da molti considerata quasi un silente congedo alla drammaturgia.

Immaginereste mai questi versi shakespereani tradotti in napoletano, interpretati magari dal grande De Filippo? Trent’anni dopo la morte, la prima università di Roma celebra e ricorda il maestro Edoardo e la sua eredità artistica con la serie di eventi spettacolo “Edoardo dopo Edoardo“, che si aprirà con “Orecchie per vedere” mercoledì 28 maggio alle ore 18 nell’aula magna della Sapienza. Durante la serata, condotta da Antonio Audino di Radio3, verrà proposta una registrazione inedita dell’autore che, pochi mesi prima di morire nel 1984, realizzò una traduzione in napoletano antico proprio della sopracitata Tempesta, cimentandosi nell’ardua impresa di adattare la ricercatezza formale del poeta inglese alla tradizione letteraria popolare del suo dialetto.

Il ciclo, a ingresso gratuito, è promosso dal Centro Teatro Ateneo in collaborazione col Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo della Sapienza, dove Edoardo è stato professore a contratto dal 1981 al 1983.

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