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Il Festival di Sanremo, si sa, da qualche anno a questa parte non raccoglie solamente critiche positive. Un po’ per lo scarso ammodernamento, un po’ per i concorrenti chiamati sul palco, il pubblico trova sempre un modo per lamentare qualche scelta sbagliata. Dopotutto si parla del più importante evento musicale italiano, e le aspettative devono essere alte.

Quest’edizione di Sanremo 2015 ha già dimostrato di non essere un’eccezione da questo punto di vista. Eppure la scelta degli ospiti, quest’anno, ha ricevuto quasi esclusivamente critiche entusiaste. E per non farsi mancare nulla, questa sera, sul palco dell’Ariston c’è salito quel “bomber” di Antonio Conte, CT della Nazionale di Calcio Italiana ed ex-allenatore juventino.

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Si è presentato bene il mister: eleganza impeccabile e come omaggio al quasi omonimo presentatore, una maglia della Nazionale col numero “65” a simboleggiare il numero di edizione di Sanremo 2015.
E il resto è stato anche meglio: di certo è stata l’intervista più piacevole delle quattro serate andate in onda finora.

Tante frecciatine riguardanti la storica rivalità tra Juve e Fiorentina (Conti tifa viola), molte domande personali ed apparentemente ostiche a cui Conte ha risposto con onestà, tranquillità e trasparenza.
E poi, finalmente, la playlist delle 3 canzoni preferite del CT, ognuna delle quali è stata introdotta spiegando le emozioni e l’importanza che quelle danno ed hanno per Conte.

La lista includeva: Se stiamo insieme di Riccardo Cocciante (1991), Uomini Soli dei Pooh (1990) e Si può dare di più di Morandi-Tozzi-Ruggeri (1987)

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