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Nel luogo in cui un furgone ha ucciso Michele Scarponi, il ciclista di Filottrano (provincia di Ancona) investito e ucciso mentre si allenava sulle sue strade, tuttora si ferma un pappagallo.

Il piumaggio ha gli stessi colori della squadra del corridore, l’Astana e, per un giorno e una notte, non si è mai mosso dal cartello che segna il luogo dell’incidente.

Ora l’incrocio è pieno di fiori, un casco da ciclista, omaggio di un tifoso sconosciuto, testimonia l’affetto della sua gente per un ragazzo che qui tutti conoscevano.

Un affetto che nel caso di Frankie, il pappagallo, spingeva il volatile ad accompagnare il ciclista nei suoi allenamenti e ad appollaiarsi sulla sua spalla mentre andava in bicicletta.

Questa è una risposta forte per chi a volte dubita della capacità degli animali di provare sentimenti veri, o si limita magari a riconoscere queste emozioni soltanto a cani o gatti, rimarrà stupito di fronte a Frankie.

Ma i pappagalli hanno un’intelligenza pari ad un bambino di 4 anni e provano emozioni come un bambino di 2 anni.

Frankie va ogni giorno ad aspettare che i due figli di Michele, gemelli di 4 anni, escano dall’asilo. Sembra quasi come volesse vigilare sul lascito del suo compagno di viaggio quotidiano. Sì, Frankie era il suo fedele compagno di allenamenti, e negli ultimi anni era diventato anche una web-star grazie ai video che lo stesso Michele postava sui social.

Con Michele aveva instaurato un rapporto simbiotico, appena lo vedeva in bici lo avvicinava, aspettava apposta il suo braccio per appoggiare le zampette o si posava comodo sulla spalla per fargli compagnia.

E poi c’era il casco. Lo beccava sempre: «Dai su Frankie, sempre con questo casco, me lo fai scivolare via» sorrideva Scarponi in uno dei suoi ultimi video.

Uniti in vita, quella fra loro è stata un’amicizia sincera e vera.

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