CONDIVIDI

Tutto il mondo oggi si stringe nel ricordo indelebile di Nelson Mandela. Perché il 18 luglio non è solo il giorno del suo compleanno, il primo dalla morte avvenuta il 5 dicembre dello scorso anno, ma anche la giornata ufficialmente istituita nel 2009 dalle Nazioni Unite per celebrare un eroe dei nostri tempi e il suo operato in difesa dei diritti umani. «Ho amato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutti possono vivere in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. E se necessario è un ideale per cui sono pronto a morire», sono le parole pronunciate da Mandela alla Corte di Pretoria durante il suo processo nel 1964. Leader della lotta anti apartheid, Nobel per la Pace nel 1993, Madiba (soprannome che deriva dal suo clan di appartenenza) ha vissuto e combattuto per questo ideale e lo ha reso reale. Le sue battaglie per scardinare la schiavitù e ogni forma di segregazione razziale, restituendo dignità al popolo sudafricano, sono state e sono tutt’ora d’ispirazione per continuare a lavorare per un mondo che sia migliore e più giusto. Con il suo esempio ha dimostrato che anche un solo uomo può cambiare il corso della storia se insegue caparbiamente un sogno.

Nelson Mandela Day: il ricordo di Madiba tra cinema e tv

La vita straordinaria di questo leader carismatico, una vita passata per lunghi, troppi anni, in carcere, non poteva non essere d’ispirazione anche al cinema e alla televisione. La figura del primo presidente nero sudafricano, infatti, è stata portata su piccolo e grande schermo in diverse pellicole, grazie alle interpretazioni di autentiche icone del cinema internazionale da Morgan Freeman a Sidney Poitier fino a Danny Glover, giusto per citarne alcuni. L’ultimo attore, in ordine di tempo, ad essersi misurato con questo gigante della storia mondiale è stato Idris Elba protagonista di “Mandela: A Long Walk to Freedom” (2013), adattamento cinematografico dell’autobiografia di Madiba diretto dal regista britannico Justin Chadwick. Accompagnato da una colonna sonora che vanta anche un brano degli U2 (“No Ordinary Love”), il film ripercorre ben 70 anni della vita di Mandela, dalla sua infanzia in un villaggio rurale fino alla nomina a primo presidente nero sudafricano democraticamente eletto.

Il primo in assoluto ad interessarsi della sua storia è però il regista tedesco Jurgen Gosslar, che nel lontano 1966, affidò a Simon Sabela l’onere di rappresentare il leader sudafricano nella fiction televisiva “Il processo di Rivonia”. Con gli anni della detenzione cala il silenzio su Mandela ed è solo nel 1981 che l’inglese John Morgan torna a parlare di lui in un episodio della serie “Prisoners of conscience”. Sette anni dopo fu Danny Glover a calarsi nei panni del prigioniero politico nel tv movie “Mandela” (1987) diretto da Philip Saville. La pellicola si focalizza sugli inizi della lotta al regime razzista bianco, quando Mandela e sua moglie Winnie (Alfre Woodard) fondano, insieme ad altri sostenitori neri, l’ANC (African National Congress), che continuerà a battersi contro l’apartheid anche dopo che quasi tutti i suoi leader saranno incarcerati per sabotaggio e alto tradimento. L’11 febbraio del 1990 arriva finalmente la liberazione e inizia quel difficile processo di riconciliazione tra il vecchio e il nuovo Sud Africa che culminerà con l’elezione a Capo di Stato nel 1994. Sarà Joseph Sargen nel 1997 a documentare questa fase con un altro film per la tv dal titolo “Mandela e De Clerk”. Il ruolo del protagonista viene affidato a Sidney Poitier. Una scelta significativa perché Poitier, come Mandela, è stato un po’ il simbolo dell’emancipazione nera a Hollywood con la vittoria del premio Oscar nel 1964, per il film “I gigli nel campo”. Suo antagonista sul grande schermo è Michael Caine che interpreta l’avversario politico di Mandela Frederik Willem De Klerk, leader del National Party che pose fine all’apartheid e iniziò quel processo di trasformazione del Sud Africa in una democrazia, concedendo il diritto di voto a tutti i cittadini neri del suo paese.

http://www.youtube.com/watch?v=KzUtkCRV9Y4&

Il primo vero progetto cinematografico legato a Mandela lo firma Billie August che nel 2007 realizza “Il colore della libertà – Good Bye Befana”, pellicola che si concentra sugli anni trascorsi da Madiba (qui interpretato da Dennis Haysbert) nella prigione di Robben Island e sul rapporto di amicizia e di rispetto che si venne ad instaurare con il suo secondino bianco James Gregory (Joseph Fiennes).

La più celebre delle rappresentazioni di Mandela resta però quella realizzata da Clint Eastwood in “Invictus” (2009). Qui l’uomo che ha sconfitto l’apartheid ha il volto (straordinariamente somigliante) di Morgan Freeman mentre Matt Damon è Francois Pienaar, il leggendario capitano degli Springboks, la nazionale sudafricana di rugby che vinse i campionati del mondo del 1995 battendo i temibili All Blacks. Una vittoria che significò tanto per il nuovo Sud Africa di Mandela, un’impresa sportiva che servì a compattare l’orgoglio nazionale in un momento storico delicato.

Nello stesso anno di “Invictus” esce “Endgame”, un film inizialmente pensato come documentario per la tv britannica e che poi fu distribuito al cinema dopo il passaggio al Sundance Film Festival. Qui Mandela è interpretato da Clarke Peters anche se il ruolo principale è quello di un membro del Congresso nazionale africano che negoziò la liberazione del leader ANC, interpretato dalla star di “12 anni schiavo”, Chiwetel Ejiofor. Due anni dopo “Winnie” di Darrell Roodt ripercorre la storia di Mandela (Terrence Howard) ma dal punto di vista della sua ex moglie, l’attivista Winnie Madikizela-Mandela (Jennifer Hudson). Non possiamo non concludere questa retrospettiva senza menzionare Malcolm X (1992). Spike Lee riesce a fare qualcosa di straordinario coinvolgendo nel suo capolavoro lo stesso Mandela, da poco tornato in libertà. Il regista, acceso sostenitore della causa antisegregazionista, gli affidò un piccolo cameo carico di significato, quello di un maestro di Soweto. E’ la scena finale del film e da un’aula di una scuola sudafricana, Nelson Mandela pronuncia uno dei discorsi più celebri del leader afroamericano: “Come diceva il fratello Malcolm: dichiariamo che è nostro diritto essere rispettati come essere umani su questa terra, in questa società, in questo giorno. Un diritto che vogliamo far esistere…”, e qui la sua voce viene interrotta da quella vera dell’attivista assassinato a New York nel 1965: “…con ogni mezzo necessario”.

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

20 − 5 =