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gioco

Ogni tanto “ci piace” anche parlare del mondo del gioco d’azzardo pubblico e dei casino online italiani, e quindi delle sue imprese, con un po’ di enfasi positiva visto che quando si parla di questo settore tutti storcono il naso e pensano che nel gioco “stazioni” unicamente il malaffare e non certamente professionalità e legalità. Quindi, con immensa soddisfazione si può dire che le imprese che si occupano della gestione degli apparecchi da intrattenimento, per quello che riguarda l’occupazione, formano una sorta di “isola felice” per le risorse che impegnano con serietà: ma questo potrebbe tramutarsi in una “isola che non c’è” visto che lo stesso settore sta rischiando l’estinzione e con esso si andrebbe a perdere il suo bacino occupazionale.
Da una analisi di dati raccolti presso le imprese iscritte ad As.Tro, associazione assai conosciuta, emerge che le stesse rispettano scrupolosamente le normative sul lavoro ed emerge anche una percentuale degli addetti a tempo determinato largamente inferiore alla soglia del 20% consentita e, sopratutto, esiste la totale assenza di voucher a caratterizzare questo comparto in positivo. È ovvio e conseguente, quindi, che vengano difesi questi posti di lavoro messi a rischio esclusivamente dalle normative locali.
Le ragioni che portano in positivo le imprese di gioco non sono ideologiche od umanitarie, ma esclusivamente industriali e dettate dalle strutture di queste aziende. Nella gestione di questo settore si maneggia e si tratta con molto danaro che confluisce, aziendalmente, per transito e del quale l’impresa risponde in modo totale: si eseguono procedure di controllo e sorveglianza amministrativa e per questo si devono trovare risorse “sicure ed affidabili”.
È ovvio che quando si trova una persona giovane, di fiducia, leale e seria l’impresa “se la tiene ben stretta” e questo indipendentemente che sia uomo o donna, bianco o nero, oppure con famiglia esistente od in arrivo. E questo è da tenere presente in un contesto dove persino i sindacati usano i voucher: ai ragazzi per lavorare restano solo i gestori di apparecchiature da intrattenimento e nulla più e vogliono tenerselo stretto questo lavoro perché altro sul mercato sembra non esistere e lo Stato di certo non aiuta.
Ecco perché dopo queste premesse bisognerebbe assolutamente difendere questo settore e quello dei casino online, e di conseguenza le risorse che vi operano, poiché le stesse lavorano con dignità in qualità di addetti per la legalità: perché è inutile negare, e questo discorso è particolarmente indirizzato a chi odia le slot machine ed il gioco pubblico, che i gestori di gioco la rappresentano. Non bisogna dimenticare che nel 2003 lo Stato è intervenuto per sostituire i “famosi videopoker illegali” che occupavano lo stesso spazio che ora occupano le “macchinette lecite” ed alle quali giocano, probabilmente, gli stessi giocatori di allora, solo che ora lo possono fare con un prodotto certificato, tassato, controllato e sicuro. Più rappresentanza di legalità di questa, non si potrebbe dove cercare!
Non si può, quindi, che essere al fianco di questi giovani che hanno trovato nel settore ludico un rapporto lavorativo a tempo indeterminato e schierarsi per il contrasto dei voucher e della discriminazione della categoria, valori nei quali le imprese di gioco si riconoscono assolutamente e che da sempre coltivano e fanno crescere. E le imprese di altri settori invece?

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