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credits foto: moviepalyer

Applausi in sala per l’ultima opera del regista Carlo Mazzacurati – “La Sedia della Felicità” – presentato in anteprima a Roma la scorsa settimana ed in uscita nelle sale italiane il prossimo 24 Aprile. Il primo intervento è della consorte del regista, scomparso il 22 gennaio scorso a seguito di una lunga malattia, Marina Zangirolami. La donna che è sempre stata aiuto regista oltre che compagna di vita di Mazzacurati afferma:“Non è un film postumo, Carlo vive in questo film”.

Della stessa opinione anche tutto il cast al quale è stato chiesto un ricordo, un aneddoto riguardante il regista. Il primo a rispondere è stato Valerio Mastrandrea, che nel film “La sedia della felicità” interpreta Dino, uno dei protagonisti, e sulla sua esperienza nel film racconta : “Carlo aveva un grande entusiasmo nel quotidiano e la trasmetteva a tutti nonostante le difficoltà tecniche oggettive. Io avrei voluto lavorarci prima, ma evidentemente mi ha chiamato quando mi ha visto pronto per il ruolo, mi mancherà Carlo perché è un uomo che ama il Cinema come e più di quanto lo ami io. Sul set succedeva una cosa particolare, parlavamo di Dino in terza persona, come se fosse una persona reale, con uno scollamento dal personaggio che in realtà è contro il maggiori metodi di recitazione, ma per noi era un personaggio a sé”.

Alla domanda “Quali punti di assonanza ci sono tra la sua personalità e quella di Dino?”, Mastrandrea risponde semplicemente : “Io non divento mai un ‘avatar’, questo personaggio è il completamento di un percorso che porto avanti da 10 anni, penso che non mi toglierò mai di dosso Nardini di ‘Non pensarci’, ma con questo film penso di aver chiuso il cerchio con un personaggio di un mondo ‘popolare’. Certo è presente la tematica della crisi economica, ma Carlo con questo film ha voluto far vedere un mondo che comunque è popolato di buoni sentimenti nonostante sia pieno di guai”.

Il microfono passa a Giuseppe Battiston, il quale aveva già lavorato in precedenza con Mazzacurati, nel 2006 ne “La giusta distanza” e poi nel film del 2009 “La Passione“. Battiston racconta:“Quando parlavamo del cast e dei personaggi Carlo mi diceva che pensava bene per certi ruoli Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio o Silvio Orlando. Io gli chiesi come avrebbe fatto a convincerli ad interpretare piccoli preziosi camei e lui per tutta risposta mi disse: ‘Chi vuoi che dica no ad un povero malato?’. Quindi ecco qui che La Sedia della Felicità si compone di un cast ricchissimo, composto da tutti i suoi amici, che lo stimano per il suo modo di affrontare la vita e per la sua visione del mondo”

Non poteva mancare per lui una domanda circa la differenza con gli altri personaggi interpretati sempre con Mazzacurati, e Battiston afferma:“Carlo, mi ha dato un’occasione unica per indossare i panni di Padre Weiner (un sacerdote coprotagonista, ndr). Questo sacerdote porta in scena una disperazione nuova, materiale ma al contempo accompagnata dalla Fede, tipica della commedia all’italiana, creando nel film una dimensione quasi da cartone animato anche nel montaggio. Alla fine Padre Weiner è un personaggio piuttosto delicato, che pone un accento sul conflitto tra un uomo di fede ed un uomo che si confronta con sé stesso”.

Anche ad Isabella Ragonese è stato chiesto un ricordo di Carlo Mazzacurati e con gli occhi lucidi di commozione racconta:“Io Carlo l’ho conosciuto per poco, ma mi sono accorta subito che era una persona allergica alle frasi fatte e mi ha insegnato molto ovviamente sia come regista, ma soprattutto come persona, con degli episodi che custodisco gelosamente per me. Noi facciamo un lavoro che ci fa vivere più a lungo, anche dopo la morte, e Carlo vedeva le cose con la giusta distanza, e con obiettività. Non si vedeva la sua malattia, perché quando c’è passione si dimentica tutto, ed io lo ricordo con il sorriso senza l’ombra di malinconia.”

Parlando del personaggio di Bruna – un’estetista in crisi, ma di gran cuore – la Ragonese risponde:“Carlo si divertiva a costruire anche fisicamente i suoi personaggi, infatti ci collegavamo spesso su Skype e facevamo le prove per capire come Bruna potesse avere i capelli. Ne è uscita fuori molto colorata, con lo shatush, le unghie sgargianti, quasi come se fosse uno sponsor di sé stessa. Sembra quasi uscita da un film di Miyazaki, una ragazza senza un’età precisa, protagonista di avventure fiabesche”.

Altri ricordi molto belli arrivano dagli sceneggiatori che da anni collaboravano con Carlo Mazzacurati: Marco Pettenello e Doriana Leondeff. Ad esempio raccontano aneddoti sull’orso presente nel film e dicono: “In realtà l’Orso è proprio Carlo, senza nemmeno pensarci troppo, perché nell’ambiente era conosciuto come ‘Il simpatico orso veneto'”.
Dolce il ricordo sulla nascita del titolo definitivo del film scelto dal figlio del tecnico del montaggio, raccontano la gioia di Carlo all’idea che il titolo lo avesse scelto proprio un bambino.

Grandi emozioni, ricordi di un grande Maestro che vive ancora nel suo film “La sedia della felicità”, di una forza straordinaria, infatti poco prima della sua morte stava lavorando ad un nuovo soggetto, che però purtroppo è rimasto troppo vago per poterne realizzare una pellicola.

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