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Che Michele Salvemini, in arte Caparezza, sia uno degli artisti italiani più stravaganti ed originali è risaputo. Ciò che invece sfugge alla maggior parte degli italiani, è il significato dei suoi testi, del suo lavoro.

Probabilmente, però, è propria questa scarsa “commercialità” dell’artista, ad essere il suo tratto distintivo, il cavallo di battaglia. Perché di fronte ad un panorama musicale molto spesso stereotipato, dominato da personaggi più d’apparenza che di sostanza, un cantante come Caparezza acquista il fascino del ribelle, della voce fuori dal coro.

E, noi di Blog di Cultura, in omaggio ad una personalità così atipica ed illuminante, stiliamo (con difficoltà) la classifica delle 10 migliori canzoni del “Capa”.

10- Abiura di me

La genialità del rapper di Molfetta è qui svelata in tutta la sua potenza, in tutta la sua espressività. “Abiura di me”è una denuncia alla dipendenza da fama, da popolarità. Dipendenza che Caparezza sconfigge tramite l’umiltà, nascondendo nel testo il suo vero obiettivo: raggiungere un livello superiore. Scrivere qualcosa di più profondo, di più illuminante. Ed è con l’associazione al mondo dei videogiochi, ormai fenomeno di massa, che l’artista risponde ai fans idolatranti, ricordando loro di essere un semplice uomo, non un messia.

9- Vieni a ballare in Puglia

Uno dei singoli più apprezzati del cantante pugliese, estratto dell’album “La Dimensione del mio caos”, dietro ad un testo apparentemente banale e senza senso, nasconde una denuncia sentita, poiché rivolta alla sua terra natia.
Il degrado, la malavita, la corruzione ad ogni livello della politica, le morti bianche. La critica alla situazione pugliese si estende, per la maggior parte dei temi, all’Italia intera.
E mentre il significato del testo si perde nell’infinità di tracce che dietro al testo insignificante non nascondono nient’altro, si continua ad andare “a ballare in Puglia”. O meglio, in Italia.

8- Goodbye Malinconia

Triste, malinconica (nel vero senso della parola). “Goodbye Malinconia” contiene, all’interno, un doppio addio. Due saluti lanciati da chi lascia l’Italia, ribattezzata Malinconia, per un futuro migliore, per delle possibilità più concrete, più stimolanti.
Il primo addio va all’Italia stessa, al “bel paese”, che oggi offre una visione di sé tutt’altro che bella.
Il secondo alla malinconia. A quel malessere provocato dall’abitare in un luogo che non gratifica, che non cede spazio alle potenzialità. Quel malessere che si pensa di lasciare per sempre, e che, invece, molto presto torna ad affliggere chiunque si allontani dalla propria casa.

7- La mia parte intollerante

La fierezza della diversità fatta persona. Questo è Caparezza. O meglio, questo è il Caparezza de “La mia parte intollerante”. Il solitario che, fin dalle elementari, rispondeva al disprezzo della gente col disgusto, con l’allontanamento. Con l’auto-esclusione. Perché, in fin dei conti, lui “Non vive di pallone, non parla di figone, non indossa vesti buone, quindi è fuori da ogni discussione”.

6- Eroe

Una celebrazione degli eroi “quotidiani”. Un inno ai padri di famiglia perennemente sotto pressione, sempre al lavoro. Alle super-mamme che crescono i figli con insegnamenti ereditati da generazioni, e con tanto amore.
Il significato di una canzone di Salvemini non è mai stato tanto chiaro: tra tutte le problematiche, le tentazioni che colpiscono l’italiano medio, non bisogna trascurare chi riesce ad uscirne pulito. Chi si erge, al pari di un fiore in un campo di erbacce.

5- E’tardi

E’ il tempo, il protagonista di questo estratto dell’ultimo album del Capa: “Museica”. Il tempo come lo si vede oggi: veloce, apparentemente pieno, colmo. In realtà privo di occupazioni significative. Un tempo che non concede nulla, che non permette alcun ritardo. Un tempo che viaggia con una tabella di marcia piena zeppa d’evoluzione, ma senza nemmeno un attimo per uno sguardo al passato. Per l’esperienza. Per fermarsi e chiedersi: “perché si muove tutto così in fretta?”

4- Mica Van Gogh

Geniale.
Perché geniale è il tema di base, il confronto su cui si basa il testo del brano: il confronto tra l’individuo medio e l’artista, il “folle per eccellenza”, l’eccesso, l’eccentricità.
E dal confronto, emerge il parere del cantante pugliese: il vero pazzo è chi convive col fratello eppure non lo conosce affatto. Chi preferisce l'”olio sui muscoli” e le gare di body building all’olio su tela e i dipinti.

3- Nessuna razza

Immigrazione, discriminazione ed il rifiuto per le etichette, per l’essere omologato. Tutta la rabbia, e la fierezza per l’essere alternativo, di Caparezza è contenuta in questo brano, uno dei primi del cantante pugliese e, senza dubbio, uno dei migliori.

2- Vengo dalla Luna

“Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo inopportuna la paura per una cultura diversa chi su di me riversa la sua follia perversa arriva al punto che quando mi vede sterza.”
E’ chiara, fin dai primi versi di “Vengo dalla Luna”, la volontà di Salvemini di esternare il suo rifiuto mentale per chi è vittima di pregiudizi. Per chi disprezza il diverso, a prescindere. Per chi non coglie la bellezza della varietà. Per chi si sente minacciato da qualcosa che non comprende, che sente diversa da sé.

1- Non siete stato voi

Il tempo di scherzare è finito. Basta punzecchiature satiriche e metafore abilmente mascherate.
Questa canzone il Capa l’ha fatta di pancia. Questo brano l’artista lo “sente”, anche più degli altri.
E di conseguenza lo sentiamo noi. Perché le denunce di corruzione, di una politica abietta, del materialismo dilagante, di una disoccupazione arrivata a livelli critici, della violenza immotivata, dei comportamenti ipocriti, sono tanto sue quanto nostre. E nostra è, nella giusta percentuale, la colpa di questi malanni che colpiscono la nostra società, i nostri rapporti.
E a nulla serve dire: “Non sono stato io”.

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