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Mancano poco più di due settimane alla fatidica data, il 22 febbraio, giorno in cui verranno assegnati gli Oscar 2015. Blog di Cultura si sta preparando per l’evento stilando tutta una rubrica dedicati ai migliori film candidati quest’anno: The Imitation Game, Whiplash, Birdman, Grand Budapest Hotel, ecc.
American Sniper non ha bisogno di presentazioni, infatti, nel bene e nel male, in quest’ultimo mese, è stato l’assoluto protagonista di lodi e polemiche. In Italia, al box-office, ha guadagnato oltre 18 milioni di dollari, superando addirittura l’incasso degli Avengers della Marvel; in America vola sopra la quota di 200 milioni di dollari e pare che la cavalcata verso somme più alte, non si voglia proprio arrestare.
È stato bersaglio di aspre critiche: chi ne vede l’esaltazione ad eroe di una figura sbagliata come quella del cecchino, chi ne accusa l’eccessivo patriottismo o, tra le righe, vede una sorta di propaganda guerrafondaia.
Comunque, citando un aforisma di Oscar Wilde, “Bene o male, purchè se ne parli“. È stato proprio il passaparola, l’eccessiva discussione creatasi attorno a quello che è diventato un vero e proprio caso mediatico – forte anche delle 6 nomination agli Oscar 2015. Noi, in questo articolo, alimenteremo la discussione su quest’opera che, nel bene o nel male, non può essere trascurata.

 

La piena maturazione di Bradley Cooper

 

 

Bradley Cooper ha dimostrato di essere un attore molto duttile, già molto prima che interpretasse Chris Kyle. Una Notte da Leoni gli ha spalancato le porte della notorietà, ha avuto l’astuzia di non adagiarsi sugli allori e mettersi continuamente alla prova, dando origine ad altri personaggi iconici: Eddie Morra in “Limitless” e Pat” Solitano Jr ne “Il Lato Positivo“. Questa sua duttilità, da personaggi comici a figure più drammatiche, gli hanno consentito di ottenere tre nomination consecutive agli Oscar.
Conferme e riconferme che conducono ad un’unica risposta: Bradley Cooper, a prescindere dall’esito di questa terza nomination, ha raggiunto una piena maturazione e una piena consapevolezza mettendosi ulteriormente in gioco con quest’ultimo ruolo.
Di tutte le sue interpretazioni, quella in American Sniper, senza ombra di dubbio, è la migliore della sua carriera. La notevole trasformazione fisica, i 18 kg di muscoli e grasso e la folta barba hanno forgiato un personaggio fiero e possente, ma al tempo stesso, gli orrori della guerra lo trasformeranno in un uomo freddo e profondamente scosso.

 

Clint Eastwood

 

 

Non ha ottenuto la nomination per la Miglior Regia, tuttavia, 8 anni dopo Lettere da Iwo Jima, torna ad essere candidato come Miglior Film.
Proprio come Lettere da Iwo Jima, torna alla nomination con un film sulla guerra. Egli incarna in Kyle tutto e per tutto il credo americano: fedeltà alla patria, fedeltà alla famiglia.
Tuttavia è anche un film che racconta e mostra i disturbi, i disagi che derivano dalla guerra. Una denuncia, quella di Eastwood, che parte dal modo in cui questi soldati vengono addestrati a vedere le cose bianche o nere, il modo in cui la guerra aliena la mente di un uomo. Perchè alla fine è questo quello che siamo, degli uomini prima che soldati.

 

Le polemiche

 

Ora American Sniper, un caos di film che riscrive la storia del cinema (noi che invadiamo l’Iraq per vendicarci dell’11 settembre), che porta avanti sentimenti razzisti nei confronti degli Arabi, e ha una trama semplicistica che mostra come Hollywood veda il cecchino buono bianco e quello cattivo in nero. Il protagonista diventa una vittima sia dell’epidemia dello stress post traumatico sia della violenta cultura americana e texana delle armi che, alla fine, si prende la sua vita.
Le parole sono di Michael Moore, sono parole durissime, che si rispecchiano nel pensiero di molte altre persone che non hanno visto di buon occhio il film. Alcuni l’hanno giudicato un film fascista, “mi ha ricordato il finto film che viene mostrato nel terzo atto di Bastardi Senza Gloria“, altro commento da parte di Seth Roger.
Ma, a quanto sembra, l’Academy, con le 6 nomination date al film, la pensa decisamente in modo differente.

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