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Rolls Royce

Stufo delle critiche ai testi delle sue canzoni, come l’ultima Rolls Royce, e delle insinuazioni nei suoi confronti, Achille Lauro si racconta e spiega da dove viene.

“Ricordo quando fuori fingevo di aver già cenato perché mi vergognavo a uscire e a non avere soldi per pagare il conto”. scrive su Instagram. Spiegando di non voler in alcun modo essere un “esempio”.

“Sono figlio di gente onesta, il secondo di due fratelli. Mia madre è sempre stata una persona altruista, generosa, longanime. Abbiamo vissuto con altri bambini perché mia mamma prendeva in casa figli di famiglie in difficoltà, anche quando possibilità non ne aveva”, scrive sui social.

Troppe critiche quelle subito da Lauro, che non ha  mai preteso di insegnare niente a nessuno e che, con questo post, eleva l’umiltà, più che le collane d’oro, e la vita reale, più che quella dei trapper.

“Siamo figli di chi ha dedicato tutta la propria vita al lavoro, a cui tuttavia per tanti anni nessuno ha mai riconosciuto nulla. Ho ricordi di momenti in cui non si sapeva che fine avremmo fatto, se saremmo riusciti a coprire i debiti. Ricordo quando fuori fingevo di aver già cenato perché mi vergognavo a uscire e a non avere soldi per pagare il conto”.

Arriva però una piccola rivalsa; nello stesso post, Achille Lauro si mostra molto sincero, fuori dal personaggio e racconta un aneddoto della giornata:

“Oggi ho pagato per riavere i gioielli che mia madre aveva impegnato”. “La generosità che mi è stata insegnata è la mia più grande ricchezza. Io sono come i tanti ragazzi della mia generazione, siamo cresciuti da soli crescendoci l’un l’altro”.

Poi parla della droga e della sua presunta istigazione all’abuso di stupefacenti:

“Nessuno conosce la mia vera storia. Non voglio essere un buon esempio, Io sono un buon esempio”.

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