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Questa notte, dato il fuso orario con gli Stati Uniti, sono andati in onda su Rai 4 gli Emmy Awards 2014; per la prima volta infatti la televisione statale italiana ha dato la possibilità ai suoi spettatori di godere di uno degli eventi più importanti della stagione americana, la serata in cui vengono premiati i prodotti migliori della tv statunitense, dalle serie tv al varietà fino ai film per la tv.

La diretta all’1.30, la lingua originale con i traduttori in contemporanea, la possibilità di vedere la replica questa sera in prima serata con i sottotitoli. Una grande pubblicità in rete con tanto di hashtag ufficiale e live twitting e sui canali Rai per questo evento. Ed effettivamente un evento per i nostri palinsesti è stato. Eppure la serata, per i Telefilm Addicted, è stato un vero fiasco, impossibile da seguire, tanto che molti hanno deciso di impostare il muto alla televisione. La causa? I commentatori scelti per la serata.

I tre prescelti a commentare la serata erano Gene Gnocchi e Joe Violanti, due cosiddetti showman, con il supporto di Andrea Fornasiero, autore di Mainstream, il magazine settimanale di Rai4 sulla serialità televisiva. Partendo dal fatto che il povero Farnasiero praticamente non ha avuto modo di parlare se non per correggere gli strafalcioni degli altri due (“American Horror Story” infatti ieri sera è divenuto American Horror Show!), Gnocchi e Violanti hanno reso la serata inascoltabile con commenti fuori luogo e senza nessuna attinenza ai premi che venivano consegnati. I continui errori sulle categorie premiate (Miglior Attore protagonista o non protagonista?), le pronunce balbettanti dei nomi degli attori che proprio sconosciuti non sono (da Matthew McCounaghey a Julianna Margulies) ma soprattutto la continua pubblicità alle serie nominate ai premi che sono visibili sulla rete Rai hanno reso insofferenti i telespettatori.

Gene Gnocchi a proposito del suo compito lo aveva così descritto nei giorni scorsi: “Il mio compito sarà spezzare un po’ la liturgia, mettere sale, raccontando aneddoti sui personaggi che vediamo o curiosità sulle serie nominate. Giocheremo molto su questi aspetti, facendo anche qualche confronto con la fiction italiana”. Di tutto questo però non c’è stato nulla; è stato anzi capace di disturbare anche un momento che non necessitava di alcun commento, ovvero il ricordo a tutti i grandi artisti che quest’anno sono scomparsi, da Shirley Temple a Paul Walker fino a Philip Seymour Hoffman e naturalmente Robin Williams.

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