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Esistono delle parole tanto belle quanto impossibili da tradurre nella propria lingua o in qualsiasi altra esistente al mondo. Parole diverse per ogni nazione, da significati profondi e difficili da adattare ad altre lingue. Parole che, provando a tradurle, cambiano inevitabilmente di significato.

Marija Tiurina– artista inglese- ha deciso di illustrare alcune di queste parole, dando vita alla meravigliosa raccolta “Untranslatable Words“.
Queste, le parole intraducibili scelte da Marija Tiurina per le sue illustrazioni:

Baku – shan, giapponese: una ragazza bellissima solo se vista da dietro.

Cafuné, brasiliano portoghese: l’atto di passare in modo delicato le dita tra i capelli di qualcuno.

Gufra, arabo: la quantità d’acqua che può essere contenuta in una mano.

Palegg, norvegese: qualunque cosa si possa mettere su di una fetta di pane.

Age-otori, giapponese: essere più brutto dopo aver cambiato taglio di capelli.

Torschlusspanik, tedesco: la paura della chiusura di un cancello o, in senso metaforico, la paura della diminuzione delle opportunità man mano che l’età avanza.

Tretar, svedese: riempire una tazza di caffè per tre volte.

Duende, spagnolo: il misterioso potere che un’opera d’arte trasmette alle persone per smuovere le loro emozioni, un po’ l’Art for Art’s sake di Oscar Wilde.

Schlimazl, yiddish: una persona cronicamente sfortunata.

Kyoikumama, giapponese: una madre pretenziosa per l’andamento scolastico dei figli.

Schadenfreude, tedesco: il piacere che si ottiene dalle sfortune altrui.

Tingo, rapanui: l’atto di farsi prestare tutti gli oggetti desiderati dalla casa di un amico.

Luftmensch, yiddish: colui che sogna costantemente con gli occhi aperti.

L’appel duvide, francese: la chiamata del vuoto, l’urgenza di saltare da edifici piuttosto alti.

A seguire, le illustrazioni dell’artista inglese.

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