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Le idee che nascono per caso, si sa, sono le più geniali e funzionali. E per caso è nato anche il progetto del fotografo tedesco 36enne Jojakim Cortis che, insieme al suo collega svizzero 34enne Adrian Sonderegger, ha trasformato lo studio di Adliswil in un vero e proprio atelier, dove è riuscito a mettere in vita la sua idea “Icons“. Il progetto consiste nel rifare le foto più famose della storia in scala ridotta, facendole diventare dei modellini tridimensionali.

A proposito di Icons, il fotografo Cortis sostiene: «Quel che mi sono chiesto prima di dar vita al mio progetto è stato cosa può dire una fotografia, se ci limitiamo a vederla o se riusciamo ad andare oltre la semplice immagine, se esiste un rapporto tra il vero e il falso. Per dare una risposta a tutti questi quesiti ho deciso di creare questi modellini, per porre l’attenzione delle persone su quel che guardano e sul rapporto che ognuno ha con la realtà che ci circonda. L’idea è nata, un po’ per caso un po’ per fortuna, nel 2011 replicando la foto “Rhein II” di Gursky, ed è stata venduta all’asta per ben 4,3 milioni di dollari, ottenendo il primato della fotografia più costosa di tutti i tempi

Dal 2011, i fotografi hanno deciso di continuare a riprodurre artificialmente gli scatti che tutti conosciamo, curando ogni minimo dettaglio e rendendo un composto omogeneo il lato prettamente estetico e quello dell’estro artigianale. Così, dal crollo delle Twin Towers al Concorde in fiamme nella strage di quindici anni fa, Cortis e Sonderegger hanno dato vita a un vero e proprio progetto, e Icons non poteva che essere il nome più adatto.

Cortis, continua: «La replica di “The Indernburg Disaster”, di Sam Shere, è indubbiamente una delle mie preferite, pensavamo di non esserne in grado ed abbiamo invece ottenuto un risultato stupefacente, molto vicino all’originale. La replica di quella scattata in Piazza Tienanmen a Pechino, invece, è stata una delle più difficili da realizzare, in quanto per la costruzione dei carri armati ci sono volute oltre due settimane di lavoro. Quella a cui sono più affezionato? Sicuramente quella del mostro di Lochness, realizzata interamente con il solo utilizzo di plastica e alluminio, un falso storico che è economicamente alla portata di tutti».

La mostra “Ikonen” indetta dai due geniali fotografi si tiene a Ginevra, fino al 4 settembre 2015 (per info: hwww.ohnetitel.ch). A seguire, alcune delle loro riproduzioni per i lettori di Blog di Cultura.

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