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Uno dei protagonisti di questa trentaquattresima edizione del Fantafestival è certamente Franco Nero, uno degli attori italiani più conosciuti ed apprezzati anche all’estero. Non ha bisogno di grandi presentazioni, perchè nell’immaginario collettivo lui è il protagonista di uno degli spaghetti western più famosi a livello internazionale: Django.

La carriera di Franco Nero vanta la presenza in film di Zeffirelli, protagonista di “Garibaldi il generale” del grande Luigi Magni, per arrivare al più recente cameo offertogli da Tarantino nel suo Django Unchained.

Nonostante le sue apparizioni in grandi produzioni, Franco Nero tiene a cuore le sorti del cinema indipendente e spesso partecipa a film di produzioni indipendenti, collaborando con registi giovani ed esordienti. Questo è il caso del film Nymph di Milan Todorovich presentato in anteprima al Fantafestival.

In questa occasione abbiamo raccolto delle dichiarazioni che Franco Nero ha rilasciato alla stampa:

Ultimamente sta scegliendo solo piccole produzioni, qual’è il motivo della sua scelta?

“Sa, io ho molto a cuore i giovani registi e quando posso cerco di aiutarli, sopratutto in Italia, preferisco aiutare giovani registi piuttosto che fare delle telenovelas mascherate da fiction. Poi lo vedranno pochissime persone, ma chissenefrega, io mi diverto ed aiuto un giovane regista. In questo film (Nymph) ho lavorato coon una troupe giovanissima che ama davvero il cinema e non si spaventava di lavorare anche 20 ore al giorno.”

– Com’è cambiato secondo lei il cinema dagli anni ’60 ad oggi?

“Beh prima il cinema era un’altra cosa, c’erano veri produttori. Il regista andava dal produttore, gli raccontava la storia che aveva in mente e se al produttore piaceva si faceva il film. Erano sempre co-produzioni tra Italia, Spagna, Francia e Germania, dove il produttore estero ti dava un minimo garantito per le vendite e non esisteva la Televisione e questo era il bello, uno faceva cinema. Adesso è cambiato perchè manca la figura del produttore, perchè ad oggi questa figura è rivestita da funzionari delle maggiori emittenti televisive o del ministero, ce leggono la sceneggiatura e l’adattano anche agli orari della messa in onda in tv, cominciano a tagliare e l’autore è castrato e non può più fare il film che vorrebbe fare. Questo fatto ha una grande responsabilità per la morte del cinema. Prima c’era un’ induatria del cinema che oggi non c’è più”.

– Ci sono possibilità per un nuovo film targato Enzo G. Castellari, come nel passato?

“Sicuramente ci sarà, ma ora non ne parlo per scaramanzia.”

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